Cronaca

Il mezzogiorno e la Calabria in particolare rischiano un vero fallimento generale nel silenzio

Il mezzogiorno d’Italia e la Calabria in particolare rischiano un vero fallimento generale nel silenzio assordante di tantissimi. Si rendono conto gli addetti ai lavori che per esempio la situazione gravissima della grecia paragonata al mezzogiorno-calabria e’ ben poca cosa?
31 OTTOBRE 2015 - Da un approfondimento dei tantissimi dati disponibili su occupazione e povertà della nostra popolazione, la prima cifra che dovrebbe far riflettere profondamente un po’ tutti è un dato che tantissimi stanno sottovalutando più del necessario: sempre per effetto della crisi del 2008 la povertà assoluta in Italia negli ultimi anni è più che raddoppiata, sia nel Mezzogiorno che nel Centro-Nord.  [MORE]

Se dal 2005 al 2008 i poveri assoluti in Italia non raggiungevano i due milioni di persone, nel biennio 2013-2014 si sono superati i 4 milioni. In particolare la povertà assoluta sul totale è passata dal 2008 al 2013 dal 2,7% al 5,6% nel Centro-Nord, e dal 5,2% al 10,6% al Sud.

In Sicilia sono quindi a rischio povertà oltre 4 persone su 10. Nelle altre regioni del Mezzogiorno, sono a rischio oltre il 30% dei cittadini lucani, molisani e calabresi; anche il 37% dei campani si trova in questa condizione. E’ evidentissimo che Il rischio povertà è molto più alto al Sud soprattutto per le famiglie con minori, e per quelle giovani, con o senza figli. Più esposte anche le famiglie con un solo reddito. Addirittura, non basta più avere un lavoro per uscire dal rischio povertà. Nel Centro-Nord oltre il 50% delle persone guadagna dall'80 al 100% del reddito medio regionale; al Sud questo vale solo per una persona su cinque. Al contrario, il 61,7% delle persone guadagna al massimo il 40% del reddito medio, con punte del 66% in Campania, del 70% in Molise, e addirittura del 72% in Sicilia.

La situazione devastante Greca tanta declamata anche dai nostri rappresentanti istituzionali non crea, nonostante tutto, le stesse preoccupazioni e fibrillazioni per quella parte del Paese (MEZZOGIORNO) che ormai è prostrata e impossibilitata ad agganciare la ripresa. Una considerazione che preoccupa tutti gli addetti ai lavori, dal mondo associativo a quello sindacale e non solo, è quella che non si può fare politica o rappresentare una fetta consistente della popolazione facendo finta di niente oppure non parlare perché probabilmente le oligarchie romane potrebbero mettere in forse candidature future e/o incarichi ben retribuiti. Era stato preannunciato un piano per il Mezzogiorno, ma ad oggi non si rileva nulla di concreto, anzi il silenzio la fa da padrone. Le PMI e il mondo dell’artigianato che dovevano rappresentare gli strumenti concreti per il decollo del Mezzogiorno sono abbandonate a se stesse, i giovani meridionali ormai sono tutti orientati ad abbandonare i nostri territori e ad andare ad ingrossare quella enorme platea di intelligenze che stanno contribuendo in modo concreto e positivo al decollo di tante altre economie europee e non solo.

Forse la nostra classe politica, pur mettendo a rischio qualche candidatura o futile carriera politica, dovrebbe affrontare queste problematiche in modo più determinato e competente, non mancano, certo, al sud le risorse naturali e le produzioni di grande qualità per uscire da questo tunnel maledetto. Confartigianato Imprese e il nostro Centro Studi sono disponibilissimi a collaborare e fornire ogni notizia, dati e partecipare ad ogni iniziativa che potranno essere utile ad un vero cambio di passo, certamente non saremo disponibili alle solite iniziative di facciata che non hanno portato e che sicuramente non produrranno nulla di buono.

NOtizia segnlata da: (Salvatore Luca’ – centro studi Pitagora _ confartigianato imprese Kr)