Editoriale

Il MENTANA che si rimette a cavallo

 ROMA, 16 DICEMBRE 2011- *************   Montanelli aveva affermato tanti anni fa, a proposito del licenziamento anticipato operato nei confronti di Giovanni Spadolini (colui che, negli anni dei Grandi Mondiali italiani, fu Presidente del Consiglio dei Ministri) che “Un direttore non lo si caccia via come un domestico ladro”.                 Spadolini fu anche colui che, “ai tempi suoi” aveva provato l’esperienza del licenziamento anticipato come Direttore di giornale. Un po’ com’è successo con Minzolini e, quasi come un virus che balza da soggetto a soggetto, un po’ anche alla disavventura di MENTANA. Due Direttori, ma con un animus completamente diverso.

L’uno – Minzolini- messo sul canale più facile del telecomando; l’altro su La 7, con tutte le speranze di un buon risultato di ascolti (difficile, visto che non si tratta di rete ammiraglia). [MORE]Risultato: l’uno, con tutte le agevolazioni del caso, fa flop di ascolti e si ritrova in maniera tempestiva il corpo della Guardia di Finanza nel suo ufficio del TG1 a Saxa Rubra. L’altro, invece, raggiunge un successo inatteso: con un picco di share del 12% e con un numero di spettatori costanti pari a 2milioni 278mila 840. E una fedina penale immacolata (anche se per Minzolini -L' <altro>, si tratta di un rinvio a giudizio).

Il caso Mentana non è isolato nella storia giornalistica italiana ma ha in sé una particolare stranezza: come può un Direttore vedersi in bilico per una denuncia pendente dovuta alla mancata lettura di un Comunicato stampa? Sembrerebbe che alla dichiarazione di Enrico Mentana “non possiamo metterci a leggere tutti i comunicati che arrivano in redazione, sennò il Tg sarebbe costituito solo di questi o comunque dovremmo, per equità, facendone passare uno, farli passare tutti quanti”, l’Associazione Stampa Romana sopraggiunge parlando di “responsabilità” e, di conseguenza, di condotta antisindacale.

 

 

Come se parlare di FNSI che solidarizza con i poligrafici interessasse a qualcuno o, comunque, implementasse in maniera corposa l’offerta informativa del tiggì. Ora, sembra un po’ strano che, dopo più di 24 ore, un CdR affermi di non aver mai sporto denuncia contro il suo Direttore, anzi, che coralmente lo inviti a riprendere la posizione di sempre. Come sembra strano l’accanimento su Mentana, dopo che l’Asso Stampa Romana aveva dato mandato all’Avv. Bruno Del Vecchio per comportamento antisindacale del Direttore che si era rifiutato di parlare di quel comunicato di FNSI. Un polverone assai grande, se si pensa che

A) la vicenda ha avuto una risonanza mediatica grande quanto il mare e

B) che il caso non ha- inside- strumentalizzazioni di fondo per Mentana: egli infatti ha chiarito subito di non avere l’interesse a far da guida al TG1 e, per cumulo, di aver semmai preferito di far decollare, alla maniera del suo collega Santoro, “un prodotto giornalistico fuori dai circuiti normali”. Allora due sono le questioni: o le “liturgie sindacali” sono molto più amate di ciò che si pensa, non solo dai protagonisti del TG1 ma da tutti coloro che ruotano intorno al giornalismo, o siamo ad un movente ancora più banale di accanimento, che trova la sua ratio nella miseria umana. La chiamano <Invidia per il successo altrui>.

Io, francamente, non lo escluderei.


Anna Ingravallo

 

 

In foto, ENRICO MENTANA , Direttore in carica Tg La7. Fonte fotografia: www.cultura.comune.parma.it