Fantasticherie del cuore

Il “meccanico divino”

Vorrei in questo nostro appuntamento domenicale riflettere assieme a voi per qualche minuto, niente di più! Capisco che il ritmo che scandisce le giornate non permette di fermarci un attimo, per spingere i nostri pensieri oltre le scadenze terrene. Sembra che ognuno abbia paura di perdere del tempo prezioso, quando si tratti di ritagliarsi un momento di ricerca interiore. È qui che partono a raffica le infinite cose da fare: C’è la partita; c’è il mio cantante preferito; pomeriggio inizia una nuova serie tv; ho l’uscita con la mia bici; è l’ora del centro estetico; domani sarò fuori; ho gli amici che mi aspettano; proprio oggi inizia il torneo di calcetto; stasera c’è il giro pizza; non ho tempo per questioni spirituali, ecc. “E per dopo domani mattina?” Ho finalmente fissato un appuntamento con il mio meccanico per controllare il motore dell’auto e cambiare paraurti e fanalini posteriori.

Il problema non sono le cose qui elencate, ma tutte le altre, anche inventate, che verranno fuori ogni qualvolta che la vita, per un motivo o l’altro, tenterà di far capire come si è ormai entrati in un vortice senza tempo. Una spirale che risucchia tutto in profondità, non consentendo ad alcuno di distaccarsi dalla forte dipendenza di una società che trucca le carte del quotidiano per ubriacare la realtà. In un quadro del genere la verità degli uomini ha sostituito quella di Dio e nessuno pare sia in procinto di inquietarsi dentro. Ma se ci preoccupiamo di monitorare la nostra auto dal meccanico, come è giusto che sia, per quale motivo dovremmo respingere in anticipo l’idea di poter equilibrare il nostro mondo spirituale che a parole tutti riconosciamo? Perché è così facile un si al meccanico terreno e un no a quello divino? Passa di solito più veloce la verità dell’automobile che non la verità dell’uomo, ferma invece sulla linea di partenza! Siamo veramente così combinati?

Scrive il teologo in proposito: ”L’auto non si può riparare da sé. Occorre la mano di chi l’ha costruita, pensata. Occorrono i pezzi nuovi, in caso di grave incidente. Urge anche la vernice nuova in caso di graffi o di altri danni superficiali. Questa è la verità dell’auto. La verità dell’uomo è in tutto simile. L’uomo pecca. Esce dalla Parola. Entra nella morte. Solo Dio lo può richiamare in vita. Solo Lui lo potrà risuscitare. Solo Lui ricomporre”. È l’uomo accidentato che sbaglia la politica; che brucia una famiglia; che corrompe il prossimo; che trucca la parola; che inventa diritti capestro; che mette in fibrillazione la natura. La morte non viene mai dal cielo, ma soltanto dal peccato e dagli errori umani. L’origine dei disastri terreni non può essere identificato con le sfortune che la storia, si dice, rimette al centro, ma solo con la somma delle iniquità secolari.

Urge per ognuno mettersi in cammino per prenotarsi all’officina del meccanico divino, magari dopo la solita passeggiata al centro. L’essere nuovi spetta a qualsiasi individuo per ridare smalto all’esistenza personale e di comunità. Non quindi fuggire dal mondo, ma possederlo, guidarlo, liberarlo. Da cristiani dovremmo ricordarci come Cristo storicamente venuto in mezzo agli uomini è sempre pronto a farci entrare nell’essere nuovi, se propensi a seguire la sua Parola. Leggiamo: “Il Padre suo glielo dona ( l’essere nuovo ) solo per mezzo di Lui. Lo dona però solo a chi crede che Lui è il solo “Meccanico divino”, mandato dal Padre per rifare completamente l’uomo, rigenerandolo, ricreandolo, rifacendolo nel suo Santo Spirito”. Basta solo allungare la propria agenda e, se sinceri nel cuore, in poco tempo quest’ultimo appuntamento non potrà altro che diventare il primo. Auguri!


Egidio Chiarella

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