Salute
Il maltolo: molecola killer contro il cancro
URBINO(PU), 27 MARZO 2013 - Scoperta tutta “made in Italy”, quella realizzata dai ricercatori dell’Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo", e pubblicata sul British Journal of Cancer e sul Journal of Organic Chemistry.
Mirco Fanelli e Vieri Fusi, entrambi alla direzione di due gruppi d’indagine, dopo innumerevoli analisi e studi hanno individuato all’interno del malto, cocco, cicoria e caffè un potenziale antagonista delle cellule tumorali, il maltolo, elemento di contrasto che porta al suicidio delle molecole malate.[MORE]
Generalmente tale sostanza è conosciuta per le proprietà antiossidanti e utilizzata nell’industria alimentare in qualità di additivo, ma se modificata come hanno effettuato i due studiosi può dare alla luce caratteristiche importanti.
Come spiega Fanelli: «Tutto è partito dal Laboratorio di Patologia Molecolare "PaoLa" (Centro di Biotecnologie di Fano, sede distaccata dall'ateneo di Urbino. Il centro si occupa di modificazioni epigenetiche nel cancro. Con il gruppo di ricerca del Laboratorio di chimica supramolecolare è stato poi possibile individuare una famiglia di composti capaci di svolgere le funzioni desiderate, agendo in maniera diretta sulle cellule tumorali; le cellule, in risposta ai trattamenti, alterano dapprima la loro capacità di replicare e, successivamente, inducono un importante processo biologico che le conduce ad un vero e proprio suicidio. Da subito abbiamo monitorato come alcuni modelli neoplastici (colture cellulari in vitro) fossero sensibili ai trattamenti con le due molecole, denominate malten emaltonis: le cellule, in risposta ai trattamenti, alterano dapprima la loro capacità di replicare e, successivamente, inducono un importante processo biologico che le conduce ad un vero e proprio suicidio (denominato morte cellulare programmata)" Queste nuove molecole sembrano agire attraverso dei meccanismi nuovi riconducibili a modificazioni strutturali della cromatina)».
Continua il collega Fusi, approfondendo la tematica : «Gli studi sono passati adesso ad una fase sperimentale e in attesa di nuovi approfondimenti, questi composti sembrano essere tollerati in vivo, cosa non scontata e hanno dimostrato interessanti proprietà biologiche inducendo una sensibile riduzione della massa tumorale».
Ovviamente gli screening sono ancora agli esordi, ancora nessuna cura certa è stata trovata, ma i risultati inziali fanno ben sperare in qualcosa di positivo.
(fonte: notizie.tiscali.it )
Rosalba Capasso