Cultura e Spettacolo
Il Maggio: Un Matrimonio tra due alberi inserito tra le 47 feste più belle del Mediterraneo
Accettura- 7 Giugno 2014- Chi pensa che i matrimoni si celebrino sempre più raramente sicuramente non è mai stato ad Accettura, un piccolo centro della Basilicata in provincia di Matera, incastonato tra verdeggianti cerrete. Qui ogni anno va in scena “La Festa del Maggio”, (8-10 Giugno) un arcaico inno alla fertilità della terra e alla vita che si rinnova attraverso un matrimonio molto speciale tra due alberi, un tronco (lo sposo) e una cima (la sposa). Un culto arboreo sopravvissuto integrale fino ai giorni d’oggi, inserito tra le 47 feste più belle celebrate nei paesi del Mediterraneo che di anno in anno si ripete in tutta la sua complessità, sempre con le stesse modalità. Ha inizio la domenica di Pentecoste, nel bosco di Montepiano, una folta cerreta di esemplari secolari, ma in realtà i preparativi seguono rituali e date precise nei due mesi precedenti. [MORE]
Un lungo cerimoniale, legato al calendario liturgico, che tocca giornate come quelle dell’ascensione, del giorno della Pentecoste (e dei due successivi) per concludersi nella domenica del Corpus Domini con l’abbattimento in paese del maestoso cerro. Un intreccio tra sacro e profano. Un rincorrersi incessante tra spiritualità e folklore che caratterizza questa festa. Scopo da raggiungere, un matrimonio tra alberi in cui un cerro di grandi dimensioni denominato il "maggio", tagliato il giovedi dell'ascensione, privato dei rami e scortecciato, viene trascinato in paese da diverse coppie di buoi. Un duro lavoro per i buoi che, appositamente, durante l’anno non vengono impiegati in alcun tipo di lavoro agricolo.
Contemporaneamente nel bosco di Gallipoli- Cognato, la squadra dei "cimaioli" preleva la "cima", un agrifoglio che viene trasportato in paese a spalla da giovani del posto. “La domenica del Maggio” ad Accettura è la giornata più attesa dell’intero anno perché rappresenta il momento culminante di questo sposalizio della natura per opera dell’uomo che si ripete nella piccola comunità, da secoli e secoli.
Il trasporto del "maggio" e della "cima" rappresenta un momento di grande teatralità e dura l'intera giornata, tra grida di incitamento, esibizioni di forza fisica, accompagnamento musicale e frequenti soste per mangiare e bere.
Due giorni dopo, il martedì di Pentecoste, la "cima" viene innestata sul "maggio", a simboleggiare appunto una unione che assume il valore di rito propiziatorio di fertilità e di buoni raccolti. A questo punto il "maggio"(metafora di simbolo fallico maschile) è pronto per essere innalzato in piazza; l'azione, diretta dagli anziani più esperti, è svolta a forza di braccia da diverse squadre di uomini con l'ausilio di grosse funi e argani e richiede, oltre che forza fisica, anche una notevole tecnica.
Il Maggio non è solo un albero ma essenza di vita e vitalità. Simbolo di numerosi significati e fenomeno religioso stratificato e molto complesso in cui si venera la figura di San Giuliano Martire, questo singolare tronco racchiude tra la sua corteccia e nella sua linfa, tutta la magia e la tradizione di un popolo e del suo territorio che da secoli gli dedica una laboriosa festa di primavera in cui frammenti di un passato lontanissimo emergono con vigore rinnovato e si intrecciano con le storie del presente. L’attrazione mozzafiato della festa è costituita, senza dubbio, dalla scalata del Maggio, un’arrampicata eseguita senza alcuna protezione o imbracatura, contando sulla sola forza di braccia e gambe e tesa a conquistare la “cima” tra l’ammirazione di tutto il paese.
Anna Giammetta