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Il Kung Fu arte di vita: intervista al maestro Grillo

Uno sport sempre più apprezzato e praticato il Wushu – Kung Fu, che tanto in ambito regionale, che in quello nazionale, sta avendo sempre maggiori consensi. La Fiwuk, Federazione italiana Wushu Kung Fu, seppur giovane sta ottenendo a livello internazionale numerose soddisfazioni che rendono orgoglioso il Coni, Comitato olimpico nazionale italiano, di annoverarla tra le federazioni ufficiali. In Calabria, però, dire Kung Fu, almeno per quel che concerne le sue radici, è sinonimo di Antonio Grillo, che per il suo impegno ed il suo continuo lavoro ha recentemente ricevuto la massima onorificenza che il Coni possa assegnare, la stella al merito sportivo. In questa occasione abbiamo ripercorso col maestro Grillo un po’ di storia del Wushu Kung Fu in Calabria fino ad arrivare ad oggi.[MORE]

Wushu - Kung Fu, cosa racchiudono queste due espressioni?

«Per me significano “vita”! Tecnicamente “Wushu” significa proprio arte marziale. Per Kung Fu il discorso è un po’ più complicato. Ci sono diverse interpretazioni, ma quella che io preferisco maggiormente e che si confà di più col mio modo di essere in generale è “duro lavoro” perché è necessario dedicarsi allo sport e al suo stile di vita, pienamente, con sacrifici ed abnegazione per ottenere veri risultati per se stessi e per gli altri».

La Calabria, dunque deve a lei la prima realtà di Wushu Kung Fu?

«Era il 1978! Lo ricordo come se fosse ieri. La palestra in cui svolgevamo la nostra attività marziale era del professore Boscarino, a Catanzaro, vicino allo stadio. Lì è iniziato tutto! La prima palestra in assoluto, anche se io praticavo il Kung Fu già da tempo»

E da allora non si è mai più fermato?

«Assolutamente no! Da quel lontano 1978 fino ai nostri giorni la mia attività non si è mai interrotta ed ho avuto numerose gioie, tanto sportive che personali. Riuscire a sostenere, per quel che è possibile, durante la crescita i miei allievi, nello sport e nella vita è stato motivo di orgoglio!».

La soddisfazione più grande?

«È presto detto: incontrare oggi, i bambini di un tempo, adulti e vedere che nulla è cambiato. Affetto e rispetto sono rimasti immutati. Perché l’importante è sempre lasciare un segno positivo quando conosci qualcuno e soprattutto quando hai il compito di spiegare loro alcune importanti massime!».

Si può anche dire che grazie al maestro Grillo la Calabria è cresciuta in questo sport ampliando il suo carniere di medaglie?

«In tanti anni di attività ho contribuito, con i numerosi ed importanti risultati conseguiti, ad arricchire la Calabria di riconoscimenti, portando la regione ad un livello sempre più apprezzato in ambito nazionale. Molti campioni italiani si sono susseguiti negli anni sulla mia pedana, fino ad oggi con gli ultimi eccellenti risultati conseguiti alla Coppa Italia di Acireale».

Federazione sì o federazione no?

«Fin dalla sua fondazione, convinto assertore della validità delle federazioni, ho sempre svolto la mia attività in seno a quelle che riconoscevano il Kung Fu, fino ad arrivare all’attuale Fiwuk, unica riconosciuta dal Coni, della quale sono consigliere nazionali da 12 anni, tre mandati consecutivi».

Tutto questo “duro lavoro” però ha portato ad un ultimo ambitissimo risultato…

«La Stella al Merito sportivo! Dopo quarant’anni di attività marziale ricevere la massima onorificenza del Coni è stato gratificante. Per questo vorrei ringraziare tutti gli amici che mi hanno seguito e sostenuto in questi anni ed in particolare il dottor Enrico Ciaccio, che ha proposto al Coni di Catanzaro la mia Candidatura, ed il presidente Antonio Sgromo che ha appoggiato l’iniziativa senza esitazione alcuna. Un riconoscimento al lavoro svolto, inteso non solo come attività sportiva, ma soprattutto come scuola e filosofia di vita. Gli insegnamenti del Kung Fu per me sono importantissimi. Sottolineo spesso ai miei allievi che mentre l’aspetto atletico del Kung Fu può anche venir meno col tempo, la dottrina insita nella saggezza del Kung Fu deve restare».