Politica
L'esecutivo Monti divide già
ROMA, 10 NOVEMBRE 2011 – L'opposizione all'ipotesi di un governo tecnico guidato da Monti unisce Di Pietro e Lega, compatti, seppure da schieramenti diversi, nel rifiuto di una scelta politica di questo genere. Berlusconi, che oggi ha convocato un nuovo vertice a Palazzo Chigi, vede favorevolmente l'ipotesi che a guidare un governo tecnico sia l'ex commissario Ue, ma il Carroccio non ci sta. [MORE]
“Se il presidente della Repubblica Napolitano darà l'incarico di formare il governo a qualcuno, come Mario Monti, che non fa parte della maggioranza uscita vittoriosa dalle elezioni del 2008, la Lega non lo sosterrà e passerà all'opposizione”. Lo ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni, nel corso di una conferenza stampa. “La Lega - ha aggiunto Maroni - voterà a favore del maxi emendamento alla legge di stabilità, che sarà l'ultimo atto di questo governo e di questa maggioranza”.
Che sia Monti o qualcun altro a guidarlo, anche Di Pietro rifiuta categoricamente la soluzione di un esecutivo d'emergenza, in netto contrasto con la posizione del Pd.
“Idv dice no a questo governo tecnico, non gli voteremo la fiducia e ne staremo fuori”. Lo ha detto Antonio Di Pietro intervistato in diretta nel programma 'La telefonata' di Canale 5. “L'Idv non sosterrà un governo tecnico”, afferma drasticamente il presidente dell'Italia dei Valori , in controtendenza rispetto alle intenzioni del Pd. “Si paventa - attacca il leader dell'Idv - un governo che risponde al sistema bancario, al sistema finanziario e addirittura a quello della speculazione. Non è il sistema degli interessi dei cittadini italiani che non sono fatti dalle banche. Bisogna distinguere la realtà dalla disinformazione che è ormai in mano al sistema bancario e finanziario”.
“Le elezioni - prosegue Di Pietro - sono un elemento di chiarezza, anche verso la Ue e i mercati. Le misure per far quadrare i conti e non far fallire il Paese, le deve decidere la politica e i cittadini. Per questo ci vuole un governo politico che non faccia macelleria sociale e non vada a prendere i soldi sempre ai poveri disgraziati”.
“Io posso dire solo una cosa: in democrazia ci si presenta davanti agli elettori con un programma di governo. Chi vince guida il Paese, chi perde va all'opposizione. Non sosterrò un governo tecnico, perché sarebbe un governo sostenuto anche dalla maggioranza berlusconiana. Poi, nel caso questo nuovo governo dovesse fare un provvedimento che può servire agli interessi del Paese, potrò anche votarlo. Ma alla fiducia voterò no e staremo fuori dal governo”, conclude Di Pietro.
Lidia Tagnesi