Estero

Il governo birmano si impegna a liberare i prigionieri politici entro la fine dell'anno

 NAYPYIDAW (BIRMANIA), 31 DICEMBRE 2013 - Cinque prigionieri politici sono stati rilasciati in Birmania, e altri avranno la stessa sorte nelle prossime settimane, come parte degli impegni presi dal presidente del paese, Thein Sein, che aveva promesso di liberare tutti i prigionieri politici entro la fine del 2013. La scarcerazione è avvenuta a seguito della concessione di grazia lo scorso martedì, a detenuti accusati di tutta una serie di reati politici, come associazione illegale, alto tradimento, disprezzo del governo e violazione delle norme concernenti le manifestazioni pacifiche. Il decreto ha inoltre bloccato tutti i processi in corso e le indagini legati a tali accuse.

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Bo Kyi, membro di un comitato per i prigionieri politici, si è espresso felice della decisione presa dal governo, ma che ancora tanti passi in avanti vanno fatti, affinché si garantisca maggiore libertà politica e uno stato di diritto. Dal canto loro, i detenuti, finalmente fuori dal famigerato carcere di Yangon, hanno dichiarato che in realtà sono stati scarcerati perché le accuse a loro carico risultavano in ultima analisi troppo deboli. Tuttavia, confidano nel governo affinché mantenga le promesse fatte. L'indulto, comunque, non prevederà la scarcerazione per i detenuti politici colpevoli di reati più gravi, come l'omicidio.

Da quando Thein Sein si è insediato a capo del governo del paese, sono stati liberati circa 1,300 prigionieri politici. Sein, un ex generale salito al governo nel 2011, dopo 50 anni di regime militare repressivo, sta intraprendendo una serie di riforme economiche e politiche per risollevare il paese. La Birmania ha dovuto anche affrontare pesanti sanzioni da parte degli stati occidentali, a causa del suo scarso rispetto dei diritti umani.

Foto: aljazeera.com

Dino Buonaiuto