Cronaca
Il giudice stanco e l'esposto al Csm
CATANIA, 12 OTTOBRE 2011 – Ne avevamo già parlato nei giorni scorsi, quando il giudice Alfredo Gari (nella foto) aveva dimenticato di depositare le motivazioni di una sentenza, del giugno 2010, permettendo così a nove esponenti del clan catanese degli Scalisi di tornare in libertà. La colpa, aveva sostenuto il giudice, era da attribuire ad una semplice dimenticanza imputabile agli eccessivi carichi di lavoro a cui è sottoposto. Oggi bisogna aggiungere un nuovo capitolo alla vicenda.[MORE]
Ieri mattina infatti, l'avvocato Renata Saitta, Responsabile della delegazione catanese di Primoconsumo, associazione a tutela dei consumatori che si occupa anche del cittadino utente del servizio giustizia, ha presentato al presidente della Repubblica, al Consiglio Superiore della Magistratura ed al ministro della Giustizia un'istanza per chiedere che vengano presi provvedimenti disciplinari nei confronti del giudice Gari in quanto «non è tollerabile che il sovraccarico di lavoro per un magistrato possa essere posto a sostegno di un'omissione così grave per la sicurezza del cittadino».
«Nello specifico» - si legge nell'esposto - «Primoconsumo ritiene che parte offesa sia da qualificarsi l'intero consesso civile etneo che vede posta a rischio la pacifica convivenza dal momento in cui pericolosi criminali sono stati scarcerati per il mancato deposito della motivazione di una sentenza di condanna per reati gravissimi».
Decade, è la tesi portata avanti dall'esposto, anche la “scusante” della carenza di organico dell'Ufficio, «atteso che l'incombenza in ordine al deposito delle motivazioni di una sentenza è atto che attiene esclusivamente al Giudice non essendo delebile né a cancellieri né ad assistenti».
«Ulteriori perplessità» - conclude l'esposto - «vengono infine offerti proprio dalla intervista rilasciata a La Repubblica, laddove ad un certo punto il giudice afferma che si trova carico di fascicoli anche ereditati dalla sua precedente esperienza di Giudice della Corte di assise di appello di Catania, cosicché appare urgente verificare se e quante altre sentenze attendono il deposito della motivazione da parte del dottor Gari».
È interessante, peraltro, notare – come già sottolineavamo nei giorni scorsi – che al giudice Gari è stato assegnato anche il fascicolo “Iblis”, per cui la domanda è ovvia: se non ha avuto il tempo per depositare le motivazioni di una sentenza relativa a nove indagati, come farà quando dovrà depositare quelle di un procedimento che, per adesso, vede imputate 56 persone?
Andrea Intonti