Cronaca

Il Fatto Quotidiano: 90 mila firme per sostenere i magistrati

ROMA, 13 AGOSTO 2012. Il 9 agosto sulla prima pagina del Fatto Quotidiano il direttore Antonio Padellaro iniziava l'articolo riportando una richiesta fatta da una lettrice: "Sono una vostra abbonata e vorrei chiedervi se potete iniziare una raccolta di firme in favore dei giudici di Palermo e Caltanissetta. Mi sembra che la gente debba poter dire la sua. E' vero che ci sono le vacanze, ma le firme servono adesso. Grazie. Margherita Siciliano (Collegno)". Da quel giorno sul giornale di Padellaro e Travaglio è stata aperta una petizione a sostegno dei magistrati che indagano sulla Trattativa Stato-mafia. Il sito del Fatto Quotidiano oggi fa' sapere che la petizione ha già superato le 90 mila firme.[MORE]

Sono mesi difficili per i magistrati di Palermo e Caltanissetta. Le loro indagini sulla Trattativa Stato-mafia generano molte polemiche negli ambienti politici ma sono poche le voci che si levano in difesa di questi uomini delle istituzioni che da vent'anni cercano di far luce sul mistero più grande della Seconda Repubblica, come si ama definire il periodo storico seguito all'inchiesta di Mani Pulite (1992). Nelle ultime settimane, infatti, diverse notizie hanno avuto come protagonisti i magistrati che si occupano delle indagini sugli avvenimenti che portarono all'uccisione dei giudici Falcone e Borsellino nel 1992 e agli attentati di Roma, Milano e Firenze nel 1993. Tutto è iniziato con l'intercettazione di alcune telefonate dell'ex presidente del Senato Nicola Mancino (ministro dell'Interno all'epoca della strage di via D'Amelio) e il consigliere giuridico del Presidente della Repubblica, Loris D'Ambrosio. Mancino, indagato dalla procura palermitana per falsa testimonianza sulle vicende della trattativa Stato-mafia, aveva contattato D'Ambrosio per sollecitare un'intercessione del Presidente della Repubblica al fine di evitare i confronti con altri politici di fronte ai giudici, evitando così di peggiorare la propria situazione. Parte delle intercettazioni è stata poi diffusa a mezzo stampa e ciò ha provocato le reazioni di Giorgio Napolitano che ha sollevato il conflitto di attribuzioni davanti alla Corte Costituzionale, ritenendo l'acquisizione delle telefonate da parte della procura di Palermo <<lesive>> delle prerogative concesse dalla Costituzione al capo dello Stato. La procura ha ribattuto sostenendo di avere agito in modo del tutto regolare. In seguito a queste vicende aveva poi suscitato scalpore la notizia in cui si apprendeva che il Consiglio Superiore della Magistratura aveva aperto una pratica di trasferimento contro il procuratore generale di Caltanissetta Roberto Scarpinato a causa di un discorso fatto durante la commemorazione della strage di via D'Amelio.

Nel mese di agosto il Fatto Quotidiano è così riuscito a coinvolgere migliaia di cittadini, giornalisti, gente di spettacolo e del mondo della cultura a sostegno di uomini delle istituzioni alle prese con una delle indagini più delicate nella lotta a Cosa Nostra. Tra i firmatari pochi politici, tra cui Antonio Di Pietro. La raccolta firme è però passata inosservata sulle grandi testate nazionali e a proposito di questo il politologo Giorgio Galli ha dato una spiegazione piuttosto scoraggiante durante un'intervista al periodico online Linkiesta, in cui sostiene che "il comportamento delle principali testate italiane presenta a mio giudizio una giustificazione logica. I temi toccati e sollevati dalla procura di Palermo sono tra i più scottanti, poiché coinvolgono il passaggio tra le due fasi della storia repubblicana. La scoperta della loro gravità, in una fase di crisi economica e sociale, oltre che di profonda sfiducia e disaffezione nella politica, renderebbe intollerabile la realtà italiana. Che potrebbe rischiare un crollo di regime".

Questo il link per porre la propria firma in favore dei magistrati: http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08/09/stato-mafia-pm-accerchiati-nostra-raccolta-di-firme-per-rompere-silenzio/321271/

(immagine da www.sameforall.com)

Fabio Brambilla Pisoni