Cultura e Spettacolo

Il David di Michelangelo conteso tra Stato e Firenze

FIRENZE – E’ scontro aperto tra il ministero dei Beni culturali e il Comune di Firenze, una guerriglia tesa alla conquista della legittima appartenenza del David di Michelangelo.
Secondo una dettagliata relazione scritta dagli avvocati dello Stato Maurizio Raugei e Luigi Andronio per conto del ministero, il capolavoro del maestro rinascimentale Michelangelo Buonarroti appartiene allo Stato.
Di contro, il Sindaco di Firenze Matteo Renzi prontamente replica ''Con buona pace degli avvocati romani, i documenti inoppugnabili in possesso dell' amministrazione comunale e dello Stato sono chiari: il David e' della citta' di Firenze''.[MORE]

Il contenzioso nato tra Stato e Comune di Firenze mette in gioco principalmente un fattore economico relativo principalmente all’inestimabile valore della titanica statua - esposta nella Galleria dell’Accademia di Firenze – e agli introiti della vendita dei biglietti (circa 8 milioni di euro ogni anno) acquistati dai turisti curiosi di ammirare l’eroe biblico scolpito in marmo bianco che incarna l’ideale della incessante ricerca di bellezza assoluta tanto caro a Michelangelo e ai suoi contemporanei.
I legali del ministero hanno dato valore alla loro tesi partendo dalla ricostruzione della storia del David: il Comune di Firenze, che nasce in epoca granducale, tra il 1771 e il 1783, non può essere considerato l'erede diretto della Repubblica fiorentina che nel 1504 pagò i 400 fiorini per saldare il debito contratto con Michelangelo dagli operai dell'opera del Duomo e dai Consoli dell'Arte della Lana che lo avevano commissionato per la cattedrale.
Si tratterebbe, dunque, di un'eredita tra Stati, fino alla riunificazione nel Regno d'Italia ''che - scrivono i legali - non lascia spazio alla sopravvivenza di alcuna autonomia locale''. C'e' un altro passaggio che, secondo i due avvocati, taglia definitivamente la testa al toro: quando il David fu trasferito nel 1872 dall'arengario di Palazzo Vecchio all'Accademia, il Comune non avrebbe rivendicato alcuna proprietà.
Per quanto riguarda l'atto del 1871 che certificava il passaggio di proprieta' al Comune dell'intero Palazzo Vecchio e di tutte le statue presenti nell'arengario, nella loro relazione i due legali citano un rogito notarile del 9 novembre 1871 con il quale si procedeva alla consegna del solo edificio del Palazzo ''con tutti i suoi annessi, infissi ed affissi e con tutti gli oggetti mobili tassativamente indicati in apposito inventario sottoscritto dalle parti''.
Ma sia nella legge delega, sia nel verbale di consegna ''non si parla affatto della statua del David che pur aveva assunto nel frattempo enorme valore anche simbolico''. E' assolutamente certo, invece, che il David sia di proprietà del Comune, il sindaco Renzi.
''Per sostenere il contrario - dice - non basta arrampicarsi sugli specchi e credo che un Ministero tutto potra' fare tranne che ignorare una disposizione di legge, aggrappandosi alle dichiarazioni di un delegato comunale. Certo, questo Governo e' capace di sorprenderci su tutto, ma spero non varcheranno almeno questo limite. Detto questo, visto che e' Ferragosto, eviterei polemiche sterili''.
Poi, Renzi lancia un invito al dialogo: ''Le Istituzioni - dice - non bisticciano come bambini, ma trovano le soluzioni piu' opportune. Chiedero' al ministro Bondi un incontro, appena sara' rientrato in Italia, per fare il punto su tutte le questioni ancora aperte nei rapporti tra Firenze e il Governo centrale: dal David ai Grandi Uffizi, dal Maggio alla Pergola fino alla legge speciale, che, se torniamo a votare, sicuramente ci riprometteranno come in tutte le passate campagne elettorali''.
Cauta, sugli ultimi sviluppi, la sovrintendente del Polo museale fiorentino, Cristina Acidini, che dice: ''seguo con attenzione l'evolversi della vicenda''. Intanto, dal parlamentare del Pdl Gabriele Toccafondi arriva un appello al dialogo e ad evitare scontri tra istituzioni.