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Il corvo del Viminale, la Cancellieri respinge le dimissioni del vicecapo della polizia Izzo

ROMA, 5 NOVEMBRE - Dopo la vicenda del «Corvo» del Viminale, il vicecapo vicario della polizia, Nicola Izzo, aveva preso la sua decisione, annunciata stamattina: dimissioni. Sembrava una cosa certa. Izzo aveva informato il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri e il capo della polizia Antonio Manganelli tramite mail.
Il ministro Cancellieri, però, non ha voluto sentire ragioni: «Respingo le dimissioni presentate dal vice capo di Polizia Nicola Izzo, perché credo che una persona non possa essere giudicata sulla base di un esposto anonimo sul quale non abbiamo ancora riscontri».[MORE]

Izzo aveva preso la sua decisione dopo la denuncia, rivelata da Repubblica e contenuta in un esposto anonimo, fatto dal misterioso “corvo”, riguardante appalti truccati al ministero dell'Interno e il suo pesante coinvolgimento nella vicenda. Le accuse vertono su accordi illegali inerenti alla gestione di appalti e aste per l'acquisto di impianti tecnologici, come i software per le centrali operative di tutta Italia ai sistemi di videosorveglianza, la gestione del numero unico europeo della sicurezza (il 112) e il rilevamento delle impronte digitali da parte della Polizia scientifica.

Il ministro ha spiegato che «non si condanna un uomo per un esposto anonimo o per delle parole. In ogni caso è importante quello che dirà la magistratura e quelli che sarà l'esito dei riscontri interni». A proposito del corvo, poi, la Cancellieri ha rivelato di «volerlo conoscere e vedere se sono uno o più», ipotizzando che «forse il corvo aveva anche un interesse personale». Il ministro, poi, haconfermato che sarà fatto tutto il possibile per fare in modo che «il Viminale resti una casa di vetro e un punto di riferimento per il Paese».
Izzo, ad ogni modo, è stato ascoltato dalla procura in merito all’esposto anonimo e ha garantito di la presentazione nelle prossime ore di una memoria per spiegare il suo operato.

Nel documento presentato, il corvo definiva la Direzione Centrale per i servizi tecnico-logistici e la gestione patrimoniale e accusava, oltre ad Izzo, anche Enzo Roveda, amministratore della Divitech, Alessandro Spasiano, consulente tecnologico riservato della Polizia, Gianfranco Polizzi, proprietario della Sintel, Massimo Sordilli, funzionario commerciale di Telecom, il prefetto Giuseppe Maddalena.

Foto: livejournal.it

Giovanni Gaeta