Fantasticherie del cuore
Il coraggio di staccare le cuffie ordinarie…!
Scrivere un articolo che possa attirare l’interesse generale, puntando sulle cose che gli altri vogliono sentire è la cosa più facile che si possa fare, ma tutto diventa difficile se poi si decide di utilizzare il linguaggio chiaro della verità del vangelo. Eppure tutti cercano la strada migliore per ritrovare la pace interiore e la serenità del cuore che aiutano l’uomo a poter gustare le cose terrene nel modo migliore possibile. Una riflessione però va fatta con l’idea di non sentirsi fuori dal mondo. Per essere veri uomini non bisogna adempiere al millesimo a tutte le spinte e gli indirizzi che vengono costruiti a tavolino nel guidare le masse verso alcuni traguardi. Necessita soprattutto avere il coraggio di andare anche controcorrente, specie se la verità della Parola porti ognuno a capire come si stia sbagliando e come la strada da seguire sia altra rispetto a quella conosciuta.
Avere la ricchezza non è di per sé un fatto negativo; la difficoltà sta nella sua gestione e quindi nell’incapacità di allontanarsi da tutte le sirene che cantano stabilmente all’interno di un contesto dove il potere temporale è il metro usato, per la misurazione della validità delle persone. Se si pensa di cambiare testa e cuore per aderire alla verità eterna, riservata ad ogni uomo per la sua redenzione, diventa comunque difficile fare i conti con la tentazione. Soprattutto se manca il coraggio di svuotarsi dentro e rinunciare a cose ed a comportamenti abituali, che nel tempo tendono sempre a rientrare. Scrive il teologo del Signore, uomo svuotato da ogni miraggio materiale: “A poco a poco, tentazione dopo tentazione, ci si riprende la mente, il cuore, la volontà, il tempo, le decisioni. Ora si tralascia una cosa e ora un’altra. Oggi ci siamo ripresi tutta la falsità, l’immoralità, l’idolatria, la superstizione, tutto quanto appartiene al regno delle tenebre”.
È così bisogna dirlo! Qui non si sta celebrando una teoria disfattrice, ma sottolineando quella parte che nel mondo sovrasta ogni cosa e che ognuno vede e sente a suo piacimento, con i risultati che sono davanti agli occhi di tutti. Se si dicesse ad una persona di mettersi in una posizione di privilegio celeste, svuotandosi dentro e senza farsi più controllare dalla ricchezza terrena, in molti, pur se credenti, si metterebbero con ogni probabilità a ridere. Succede questo perché la misura intorno è solo materiale, non altro. Ogni verità oggettiva che previene la realtà e che si trova al centro della vita di ogni giorno dell’umanità è, per tanti, qualcosa da non considerare per la risoluzione delle questioni naturali tra gli uomini.
Un errore micidiale che oggi si ripete tra effetti speciali, sentimentalismi ben dosati ed imposizioni economiche e sociali presentate come frutto della libertà personale. Leggo ancora tra gli appunti teologici che parlano di vita quotidiana e non di fonti per farneticazioni intellettuali: “Abbandonare tutto non è semplice. Non basta abbandonare le cose. Si deve lasciare ogni pensiero, desiderio del nostro cuore, perché è il Padre nello Spirito Santo che deve prendere il loro posto. Anche questa verità è stata solennemente annunziata da Gesù. Si possono anche lasciare le cose, ma è se stessi che si deve lasciare”. Queste parole ci dicono a chiare note quanto sia difficile il cammino da fare, ma che di certo non bloccano la volontà di avviare comunque un processo che vada per la giusta direzione. Bisogna ogni tanto staccare le cuffie ordinarie e purificarsi, non ascoltando sempre la “stessa musica”, ma immergendosi anche in quella divina che non inganna mai.
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