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Il conte Dracula vlad tepes di Transilvania vero nemico del mondo islamico mussulmano

VIDEO CHE SPIEGA L ODIO CONTRO L ISLAM E LA TURCHIA CHE AVEVA IL CONTE Dracula vlad tepes di transilvania CONTE DRACULA VLAD TEPES DELLA TRANSILVANIA (ROMANIA) « Ecco la storia crudele e terribile di un uomo selvaggio e assetato di sangue, Dracula il voivoda. Di come impalò e arrostì I TURCHI , LADRI E TRADITORI e li fece a pezzi come cavoli. Arrostì anche bambini e costrinse le madri a mangiarli. Molte altre cose sono scritte in questo libello, anche sulla terra su cui regnò »[MORE] (Storia del voivoda Dracula, Norimberga, 1499[1]) « È un uomo di corporatura robusta e d’aspetto piacente che lo rende adatto al comando. A tal punto possono divergere l’aspetto fisico e quello morale dell’uomo! » (Papa Pio II) Vlad III di Valacchia (Sighi?oara, 2 novembre 1431 ? dicembre 1476) fu voivoda (principe) di Valacchia: nel 1448, dal 1456 al 1462 ed infine nel 1476. Figlio di Vlad II Dracul, era noto come Vlad "epe" (IPA: /tsepe?/) (Vlad “l’Impalatore” in Lingua rumena). Negli anni della Caduta di Costantinopoli, combatté a più riprese contro l’avanzata dell’Impero ottomano nei Carpazi, provocando le ire del sultano Maometto II. Entrato in conflitto con il Regno d’Ungheria, allora retto da Mattia Corvino, venne imprigionato nel 1462 dal sovrano ungherese e ritornò al potere dopo un decennio come suo vassallo. Venne ucciso in circostanze misteriose nel 1476. Il voivoda Vlad III è stato celebre fonte di ispirazione per lo scrittore irlandese Bram Stoker per la creazione del suo personaggio più famoso, il conte Dracula, protagonista dell’omonimo romanzo. Lo strumento di tortura preferito da Vlad III fu l’impalamento.

I metodi d’impalamento erano sostanzialmente due: Il primo consisteva nell’uso di un’asta appuntita che trafiggeva il condannato all’altezza dell’addome per poi issarlo in alto. La morte poteva essere immediata o sopraggiungere dopo ore di agonia. Il secondo metodo d’impalamento consisteva nell’utilizzo di un’asta arrotondata all’estremità che cosparsa di grasso veniva inserita nel retto della vittima che poi veniva issata e tenuta infilzata, il peso stesso del condannato faceva penetrare l’asta all’interno del corpo e la morte sopraggiungeva dopo anche due giorni di lenta agonia. Dracula apprese questa forma di supplizio dai turchi, adattandola poi alle sue più specifiche richieste: creò metodi diversi per impalare i ladri, i guerrieri nemici, gli ambasciatori del Sultano, i traditori ecc. I ricchi corrotti venivano impalati stendendoli più in alto degli altri o facendo ricoprire l’asta d’argento. Per i mercanti(etnia zingari o nomadi) fece incidere delle tacche sull’asta, al fine di aumentare il tempo dell’agonia. Nella città di Sibiu, nel 1460 Vlad ?epe? fece impalare 10.000 persone, e cosparse alcuni corpi con miele per attirare ogni tipo di insetto.

Le donne macchiatesi di tradimento nei confronti del marito venivano impalate davanti alla loro casa. Nel 1459, durante il giorno di san Bartolomeo, a Bra?ov, Dracula fece invitare a palazzo alcuni mercanti che avevano mostrato odio e disprezzo nei confronti della sua persona. Decise di farli saziare di cibo e, quindi, fece sventrare il primo e obbligò il secondo a mangiare ciò che il collega, ormai senza vita, aveva nello stomaco. L’ultimo mercante venne fatto bollire e la sua carne fu data in pasto ai cani. Nel 1461 tre ambasciatori del Sultano turco arrivarono nel palazzo, si prostrarono ai piedi di Vlad III, ma non si vollero togliere il turbante perché rappresentava il simbolo della loro religione. Dracula, irritato da quel gesto, ordinò di inchiodare il turbante alla testa degli ambasciatori. Lo stesso Dracula amava assistere all’agonia dei suppliziati, tanto da prendere l’abitudine di banchettare in mezzo alle forche su cui erano gli impalati. Il castello di Dracula Anche se il castello di Bran viene presentato ai turisti come il castello di Dracula, in verità questo castello venne costruito dai sassoni di Bra?ov. Il vero castello di Dracula, ora in rovina, è situato sulle rive dell’Arge? ed è la fortezza di Poenari. ——————————————————————————– lo stemma di famiglia vlad tepes nato a sighisoara nel 1431 e morto nel 1476 sui monti carpazi, era un principe voivoda della valacchia e della transilvania regione centrale della romania figlio di vlad II dracul governatore della transilvania. Per la cronaca assassinò nel 1448 all’età di soli 17 anni suo zio vladislao II il quale era salito al trono 10 anni prima uccidendogli il padre.

L’intera famiglia di vlad venne insignita della più alta onoreficenza data dal sacro romano impero ” l’ordine del drago”. Tepes deriva dalla parola romena l’impalatore poichè questa era la tecnica prediletta dal conte per uccidere i suoi nemici non per altro vantandosene proprio con il re d’Ungheria con una lettera datata 11 febbraio 1462 di avere ucciso con questa tecnica ben 50.883 turchi in soli tre mesi ——————————————————————————– vittime impalate L’impalamento, appreso in Turchia, consisteva nell’infilare un palo unto di miele su per l’intestino, finché usciva, senza ledere organi vitali, da una scapola: il palo veniva poi infisso nel terreno e l’agonia poteva durare giorni. Oltre all’impalamento Vlad usava altre torture ed esecuzioni capitali: scuoiamento, rogo, decapitazione, olio bollente, fino agli incendi dei villaggi. Si è calcolato che nel corso della sua vita mandò a morte almeno 100.000 persone, escludendo ovviamente i nemici caduti in battaglia. Particolarmente selvagge furono le persecuzioni nei confronti dei mercanti tedeschi, che dalla Transilvania scendevano in Valacchia: forse per questo le cronache sulle crudeltà di Vlad vengono quasi esclusivamente dalla Germania. Successivamente risolse, a suo modo, il problema dei questuanti del regno, riunendoli in un palazzo e dando loro fuoco. Sistemata la Valacchia, si trasferì in Transilvania, dove maggiore era il malcontento per le sue efferatezze, e qui, in una sola notte, fece impalare ben 50.000 persone tra turchi , ladri e traditori La prima moglie fu proprio una sedicenne transilvana, comprata per cento sacchetti d’oro, dalla quale ebbe due figli, prima che la donna si suicidasse gettandosi dalle mura del castello di Curtea de Arges, per la cui costruzione Dracula aveva organizzato una vera e propria deportazione di massa.

La seconda moglie, sposata per ragioni di stato, fu invece una parente del re ungherese Mattia Corvino, che era disposto ad aiutarlo a condizione che lui s’impegnasse militarmente contro i turchi. Ma Dracula in realtà ebbe molte amanti, che spesso trattava con estrema durezza, come quando, p.es., a una di origine zingara che gli confessò per gioco d’essere incinta, sbudellò il ventre per sincerarsene. Negli anni 1461-62 gli eserciti del conte dracula Vlad tepes fermarono a più riprese l’avanzata ottomana nei Balcani Famose le battaglie di Giurgiu e di Turnu. Il 5 febbraio 1462 egli invia al re di Ungheria, Mattia Corvino, un racconto dettagliato di una spedizione anti-turca con annesse 23.000 teste, tra cui molte di donne e bambini. Dracula era molto coraggioso sul campo di battaglia, amava dirigere i propri soldati combattendo in prima fila. In quegli anni, con un esercito di soli 30.000 uomini, si oppose praticamente da solo al dilagare dei turchi, il cui esercito nei Balcani superava le 250.000 unità. Applicò anche con successo la tattica della terra bruciata, ritirandosi senza lasciare nulla all’avversario, colpendolo poi con azioni di guerriglia (p.es. assalì di notte il campo di Maometto II, facendo migliaia di vittime) e frastornandolo con la guerra psicologica, come quando sbarrava la strada al nemico alzando muraglie di cadaveri di musulmani, presi prigionieri in precedenza. Nonostante queste vittorie, fu costretto a riparare in Transilvania, lasciando la Valacchia in mano turca.

Gli ungheresi di Mattia Corvino pretendevano che Vlad si convertisse al cattolicesimo latino se voleva continuare a ricevere aiuti dalla chiesa romana (il cui papa allora era Pio II) e dagli stessi ungheresi. Vlad, che era del tutto indifferente alla religione, decide di convertirsi e partecipa in modo attivo negli anni 1462-74 ad altre campagne violente anti-turche. Nel 1476, grazie agli ungheresi, viene di nuovo messo sul trono di Valacchia, ma dopo due mesi muore in una battaglia nei pressi di Bucarest: sembrava avesse la meglio, ma, postosi su una collina per controllare dall’alto la situazione, fu scoperto e con l’aiuto di alcuni boiardi traditori venne ucciso. La testa gli fu tagliata e portata a Costantinopoli. Vlad venne sepolto da un gruppo di monaci nel monastero di Snagov, dove egli stesso avrebbe voluto. Subito fiorirono leggende su di lui e sulla maledizione di quel luogo. In realtà, per evitare profanazioni del cadavere, i monaci l’avevano sepolto in un’altra tomba, poco distante. Quando questa fu scoperta da due archeologi rumeni negli anni ’30 del XX sec., di Vlad non era rimasto che un abito di seta gialla coi bottoni d’argento. Ancora oggi in Romania Vlad viene considerato un eroe dell’indipendenza nazionale, anzi in un certo senso il fondatore dello Stato nazionale rumeno, in quanto segnò il passaggio in Valacchia e Transilvania dallo stato medievale a quello moderno e centralizzato, con Bucarest che da borgo contadino si trasformò in capitale.

(notizia segnalata da costel antonescu)