Cronaca

Il Consiglio Stato boccia nozze gay all'estero: non trascrivibili. Bufera sul giudice della sentenza

ROMA, 27 OTTOBRE 2015 - Il ministro dell’Interno e quindi i prefetti hanno il potere di annullare le nozze gay celebrate all’estero. Lo sostiene il Consiglio di Stato nelle sentenze depositate oggi sui ricorsi contro gli annullamenti prefettizi pronunciandosi contro la trascrivibilità dei matrimoni contratti all'estero. Per i giudici amministrativi di secondo grado, infatti, mancherebbe il requisito principale richiesto in Italia per celebrare un matrimonio: la diversità tra i sessi. Né una legge europea può valere nel nostro Paese se in conflitto con l'ordinamento italiano. Quindi hanno ritenuto, diversamente da quanto affermato sino ad ora da quattro Tar, che sussista in capo al Ministro e quindi ai Prefetti il potere di annullare gli atti di stato civile. [MORE]

Stop ai sindaci. A poco più di un anno di distanza dall'iniziativa presa a favore di 16 coppie omosessuali dal sindaco Ignazio Marino, il Consiglio di Stato ha avallato la scelta del prefetto di annullare quegli atti. Il 18 ottobre 2014, la prima cerimonia in Campidoglio, nell’ambito della quale Marino registra le nozze gay. L’iniziativa viene subito contestata dal ministro dell’interno, Angelino Alfano, e quegli atti vengono annullati dall’allora prefetto Giuseppe Pecoraro e le coppie, assistite da Rete Lenford promossero il ricorso, accolto dal Tar del Lazio. Adesso però è arrivato lo stop del Consiglio di Stato che cancella la decisione del Tribunale amministrativo. 

Alfano soddisfatto. “Molto bene”, commenta ministro dell'Interno Angelino Alfano: “L'anno scorso la mia circolare sul divieto di trascrizione nozze gay contratte all'estero: polemiche, aggressioni talvolta violente e una pioggia di ricorsi. Adesso il Consiglio di Stato mi dà ragione su tutta la linea: i matrimoni tra persone dello stesso sesso non sono previsti dalla legge italiana, pertanto le trascrizioni fatte dai sindaci sono illegittime e la vigilanza è di competenza dei Prefetti”.

L'ira delle associazioni lgbt. “L'euforia della destra italiana, la peggiore e più bacchettona d'Europa, per la sentenza del Consiglio di Stato che ha bocciato le trascrizioni dei matrimoni gay celebrati all'estero, è del tutto ingiustificata": è il commento di Franco Grillini, presidente di Gaynet ed esponente storico della comunità lgbt italiana, che punta il dito contro il giudice estensore della sentenza, che "è un simpatizzante di Comunione e Liberazione e nel suo profilo Facebook pubblicizza link e si schiera con le iniziative delle Sentinelle in piedi" per cui "è mancata la terzietà e va quindi rivista la sentenza affidando il procedimento ad un giudice terzo".

Polverone sul "giurista cattolico". Sul suo profilo Twitter Carlo Deodato si definisce in effetti “giurista cattolico” e sul popolare social network si occupa spesso di questioni relative al 'gender' e alle persone lgbt. Come quando, il 5 maggio scorso, ritwitta un 'cinguettiò di Tempi che dice "Gender a scuola. L'emendamento Pd e le firme per fermarlo". O il 25 aprile, quando pubblica una foto di una manifestazione delle 'Sentinelle in piedì con la scritta “La nuova #Resistenza si chiama difesa della #famiglia”. La replica da parte del giudice non si è fattaattendere. "Ho solo applicato la legge in modo a-ideologico e rigoroso - ha detto -, lasciando fuori le convinzioni personali, che non hanno avuto alcuna influenza".

Tiziano Rugi