Politica

Il consiglio provinciale (CZ) approva all'unanimita' due documenti sull'emergenza rifiuti

CATANZARO 28 DICEMBRE 2012 - Il Consiglio provinciale di Catanzaro, riunito questa mattina, ha approvato all’unanimità due documenti su temi di particolare interesse per il territorio: l’emergenza rifiuti nel territorio provinciale e la situazione della sorveglianza idraulica in Calabria.

Il tema dell’emergenza rifiuti è stato sollevato in apertura di seduta dai consiglieri provinciali Emilio Verrengia e Gianpaolo Bevilacqua. Le questioni affrontate, condivise dall’intera assemblea, dopo l’intervento del presidente Wanda Ferro, hanno portato alla stesura di un documento da parte dell’assessore all’Ambiente Maurizio Vento, con il contributo dei consiglieri proponenti e della minoranza, ed approvato all’unanimità.

“Il Consiglio provinciale di Catanzaro – si legge nel documento – ha discusso la problematica dell’emergenza ambientale nel territorio provinciale. Il Consiglio ha espresso tutta la sua preoccupazione per una situazione igienico-ambientale ormai al collasso (da oltre 10 giorni non si prelevano rifiuti) in tutti i Comuni della Provincia di Catanzaro ed in altri territori calabresi che conferiscono i rifiuti nelle discariche di Pianopoli e di Alli. Tale emergenza ambientale potrà sfociare in situazioni di difficoltà di gestione dell’ordine pubblico nel territorio catanzarese.

La situazione che si è determinata nella gestione dei rifiuti a livello regionale, oltre che provinciale, impone una mobilitazione forte di tutte le autorità pubbliche coinvolte. Le criticità del sistema di gestione sono note, e riguardano gli aspetti sia di carattere strutturale (carenza e bassa efficienza degli impianti) che organizzativo (bassa percentuale di raccolta differenziata, frammentazione delle gestioni). Riguardo alle carenze strutturali è necessario ricordare che la Provincia di Catanzaro è l’unica in cui le previsioni del piano regionale di gestione dei rifiuti sono state attuate, con la realizzazione si degli impianti di selezione/trattamento dei rifiuti che delle discariche (localizzati a Catanzaro e a Lamezia Terme). Anche i successivi ampliamenti/adeguamenti sono stati approvati, con l’assenso degli enti locali interessati.

La nostra provincia, già con gli impianti previsti nel piano regionale del 2002, avrebbe dovuto avere un’autonomia fino al 2014 ed oltre, ma ha dovuto sopperire alle carenze strutturali di altre province (non solo comuni capoluogo, ma anche diversi centri delle province di Vibo Valentia, Reggio Calabria, Crotone, Cosenza, hanno conferito nei nostri impianti), tanto che si è dovuto fare ricorso anche ad una discarica privata (a Pianopoli). Si propone – prosegue il documento – di aprire un tavolo di confronto e di concertazione tra tutte le Province calabresi, i capoluoghi di regione, Regione e Ufficio del Commissario, perché è tempo che tutte le istituzioni locali siano coinvolte e responsabilizzate nella ridefinizione di una strategia coerente di intervento (qualcuno ha osservato che il commissariamento ha determinato una deresponsabilizzazione della politica e delle istituzioni locali), in grado non solo di attuare finalmente l’autonomia gestionale delle province, ma anche di riconsiderare le scelte localizzative, organizzative ed impiantistiche. Nell’immediato si chiede, così come fatto in passato, all’Ufficio del Commissario per l’emergenza un impegno diretto alla organizzazione di un piano di raccolta straordinario ed eccezionale nel territorio della Provincia di Catanzaro, oltreché la veloce definizione delle pendenze economiche nei confronti dei soggetti gestori delle discariche”. Nel corso del dibattito, il presidente Ferro ha invitato le forze di minoranza a farsi carico di “un intervento presso gli amministratori delle Province di Vibo e Cosenza e dei comuni interessati, guidati in prevalenza dal centrosinistra, affinché si decidano a realizzare le necessarie discariche nei propri territori, senza le quali il territorio catanzarese sarà costretto a vivere in una continua emergenza dovendo smaltire anche i rifiuti prodotti in altre vaste aree della regione. In particolare è indispensabile la realizzazione del famoso impianto nella parte nord della Calabria, che dovrebbe servire oltre il 43 per cento del territorio regionale”.

Il secondo documento riguarda la situazione della sorveglianza idraulica in Calabria, introdotto con un ordine del giorno sottoscritto dal centrosinistra ed illustrato dal capogruppo del Pd Enzo Bruno.
“La Regione Calabria – si legge nell’ordine del giorno – con delibera di Giunta Regionale n. 3/50 del 07/09/1999 avente ad oggetto ‘organizzazione del servizio di sorveglianza idraulica’ ha avviato (con contratto di lavoro interinale) il servizio di controllo dei corsi d’acqua della Regione. Tale servizio si è rivelato di fondamentale importanza per la redazione del P.A.I. (Piano di Assetto Idrogeologico). Dal 2002 al 2009 la stessa Regione, con bandi di gara, ha inteso gestire il servizio in regime di outsourcing (con personale ex interinale).

Successivamente, con legge regionale n. 31 del 19/10/2009, modificata ed integrata dalla legge regionale n. 52 del 28/12/2009, ha disposto il ‘reclutamento del personale – presidi idraulici’ al fine di garantire continuità al servizio pubblico essenziale di monitoraggio della rete idrografica regionale. In data 20/12/2010 l’Afor, previa regolare selezione pubblica per tramite degli ex uffici di collocamento territoriali, ha provveduto ad avviare in servizio circa 300 lavoratori su scala regionale con le qualifiche di: Ufficiale idraulico, Sorvegliante idraulico ed addetti ai centri di digitalizzazione. In tutte le regioni d’Italia il servizio di sorveglianza idraulica è garantito, ininterrottamente, 24 ore su 24. In Calabria questo non accade. Il servizio di Sorveglianza idraulica in Calabria viene effettuato solo tre giorni a settimana da assunti con contratto di lavoro di diritto privato, anziché trasformare questo rapporto in contratto di diritto pubblico, con copertura per l’intera settimana con annessa reperibilità per eventi di calamità naturale, in quanto il servizio di sorveglianza idraulica è ritenuto ‘servizio essenziale di pubblica utilità’ per fini di Protezione Civile. La trasformazione del contratto di assunzione da part-time a full-time è resa possibile, tra l’altro, anche dal fatto che i lavoratori che prestano servizio sono stati assunti dopo regolare selezione pubblica.

Allo stato può capitare, quindi, com’è già accaduto in passato, che il maltempo colpisca la nostra regione, provocando frane, lutti e dissesti di ogni tipo, e che il personale addetto alla vigilanza idraulica non possa essere utilizzato perché quel giorno non è in servizio. Nelle altre regioni del Paese i sorveglianti idraulici sono muniti di una serie di strumentazioni sofisticate atte a segnalare tempestivamente eventuali punti critici (frane, ostruzioni, impedimenti, ecc.) e a monitorare costantemente le condizioni delle aste fluviali e sono collegate, tramite apposito software Gis, in modo da rendere fruibili i dati alla Protezione civile, alle Province, alla Regione, alle sedi provinciali dell’Afor e all’Autorità di Bacino, per fare in modo che si possano coordinare e predisporre tempestivamente ed al meglio tutti gli interventi necessari per garantire la sicurezza di cose e uomini. In Calabria, invece, ciò non avviene, gli operatori hanno pochissime e obsolete strumentazioni e l’organizzazione è lasciata al caso. Inoltre i lavoratori, oltre 300, con stipendi base di 700 euro, sono costretti ad utilizzare i mezzi propri per raggiungere le aste fluviali da monitorare, ad esporsi a rischi notevoli e più volte impossibilitati ad anticipare spese e mezzi per la mancanza dei pagamenti degli stipendi. Negli ultimi anni la Calabria e in particolare la Provincia di Catanzaro hanno subito gli effetti di molte alluvioni, riportando gravi danni alle infrastrutture e soprattutto al sistema viario.

E’ tempo, pertanto, prima che accadano nuovi lutti, disgrazie e nuovi dissesti del territorio, che si attivi una politica seria e concreta di tutela del suolo e di salvaguardia della pubblica incolumità. Pertanto si chiede a codesto Consiglio provinciale – conclude l’ordine del giorno – di assumere ogni iniziativa al fine di sensibilizzare il Governo regionale, anche alla luce della nota del Capo del Dipartimento della Protezione Civile, prefetto Gabrielli, che invita tutti i soggetti preposti ad predisporre iniziative ritenute necessarie al superamento delle problematiche che non consentono il pieno e funzionale svolgimento delle attività di sorveglianza idraulica”. Intervenendo dopo la relazione del consigliere Bruno, il presidente Wanda Ferro ha sottolineato di condividerne il contenuto, aggiungendo però alcune precisazioni. In particolare il presidente Ferro ha sottolineato in maniera più ampia la necessità di mettere in chiaro il tema delle competenze e delle responsabilità sulla manutenzione dei fiumi. Il presidente Ferro ha infatti evidenziato come, “rispetto al tema della prevenzione dei fenomeni di dissesto idrogeologico e della manutenzione dei corsi d’acqua, le Province hanno competenza soltanto sulla carta, a causa della mancata attuazione degli dagli accordi sottoscritti nel 2006 con la precedente giunta regionale, che prevedevano, insieme al trasferimento delle competenze alle Province, il trasferimento di risorse strumentali, di risorse finanziarie finalizzate agli interventi, e soprattutto delle risorse lavorative rappresentate dai forestali dell’Afor e dai sorveglianti idraulici. In realtà da allora sono state trasferite agli enti intermedi soltanto le responsabilità, civili e penali, senza le risorse necessarie per realizzare gli interventi di salvaguardia del territorio e di prevenzione del rischio idrogeologico”.


Per questo il presidente Ferro ha chiesto l’avvio di una concertazione con la Regione sul trasferimento di deleghe e funzioni, altrimenti anche la Provincia di Catanzaro assumerà le opportune iniziative. Sempre a proposito di deleghe, il presidente Ferro ha fermamente contestato i contenuti della bozza del testo unico regionale sulla Cultura proposto dall’assessore al ramo, che di fatto toglierebbe alle Province le competenze in materia, tra l’altro in un momento delicato di ridefinizione complessiva delle funzioni degli enti intermedi. Le osservazioni del presidente Ferro sono state quindi sintetizzate e allegate all’ordine del giorno, dando così vita ad un documento condiviso, approvato all’unanimità dal Consiglio.

Nel corso della seduta odierna, l’assemblea di Palazzo di Vetro, sotto la presidenza di Peppino Ruberto, ha inoltre approvato a maggioranza il ripianamento delle perdite sociali per l’AsiCat (anni 2009-2010) e per il Consorzio Catanzaro 2000 e, sempre a maggioranza, una serie di pratiche relative a debiti fuori bilancio scaturenti da sentenze esecutive.[MORE]