Cronaca
Il Comitato cittadino unitario contro la discarica Celico invoca discussione e confronto
CELICO (CS), 10 MAGGIO 2013- Negli ultimi giorni, in risposta all'emergenza rifiuti che sta colpendo il capoluogo cosentino e i paesi limitrofi, dovuta alla sospensione del conferimento nei siti preposti, abbiamo letto alcuni articoli che parlavano di una “probabile soluzione” a questa emergenza, cioè quella di scaricare i rifiuti che oggi ingombrano le nostre strade nella discarica di Celico, gestita dal gruppo Vrenna di Crotone.
E sempre dalla stampa il sindaco di Celico, Luigi Corrado, dice che si batterà per far scaricare la frazione residua proveniente dalla differenziata ai soli comuni delle Serre Cosentine e Presila che
arrivano almeno al 60%, salvo poi continuare con una serie di passaggi che creano quantomeno confusione nella popolazione.
I problemi sono sempre gli stessi e rimarranno sempre gli stessi se non si inverte la rotta, non vogliamo che si continui a deturpare il territorio, senza tenere in considerazione le richieste di cambiamento invocate dai cittadini che abitano questi luoghi, continuando a rinnegare la vocazione di sviluppo naturalistico che dovrebbe avere la Presila.
Noi non vogliamo che la discarica di Celico diventi come quella di San Giovanni in Fiore che da impianto di compostaggio è stato trasformato nel tempo con la compiacenza della politica in discarica di tal quale.
E' evidente che il sistema non funziona. L'emergenza rifiuti in Calabria è un problema che perdura da oltre sedici anni e qualche miliardo di euro speso, ma purtroppo è anche una grande fonte di
guadagno e un ottimo argomento da usare durante le varie elezioni o mantenere posizioni di 'rendita'. A pagare, ovviamente, sono le popolazioni locali che subiscono impotenti tutti gli effetti negativi di una scellerata gestione dei rifiuti.
Già da diversi anni il territorio di Rovito, e parte del territorio di Celico, Spezzano della Sila e Lappano sono soggetti alle nauseabondi esalazioni che il sito di compostaggio produce durante le lavorazioni per la produzione del compost. Perciò, in contemporanea all’incedere degli eventi ci stiamo battendo per riuscire a far costruire una copertura dotata di biofiltri sulla vasche di lavorazione per evitare la fuoriuscita degli olezzi, tutt'ora non realizzata nonostante i numerosi
incontri in Prefettura tutti senza successo.
Pensiamo sia importante dire che tutto ciò ha avuto e avrà conseguenze devastanti sia sulla qualità della vita dei cittadini che sulla salubrità dell'ambiente.
Continuare a deturpare il territorio senza una pianificazione e senza una strategia chiara, lineare e
lungimirante è un oltraggio a cui si deve porre fine. E’ giunto il momento di portare avanti politiche che salvaguardino la salute dei cittadini e dell'ambiente, mirati alla risoluzione definitiva, chiudendo il cerchio ‘naturale’ del ciclo integrato rifiuti. Questo gioco al massacro fondato sull’emergenza perpetua è utile a pochi e dannoso per la maggior parte.
Crediamo che la discussione e il confronto - anche quello del Coordinamento messo in piedi dalla Provincia di Cosenza - sono la base per la ricerca di una soluzione come la proposta di legge popolare "Rifiuti Zero", il cui comune di Rovito ha appena aderito.
Inoltre non solo non siamo disposti a "scaricare sugli altri" i problemi, ma soprattutto non siamo disposti a scaricarli sui nostri figli. Non ce lo perdoneranno.
Comitato Cittadino Unitario Contro la Discarica di Celico
Rete Difesa del Territorio "F. Nisticò"[MORE]
www.difendiamolacalabria.org
(notizia segnalata da Mariagiulia Votta)