Cultura e Spettacolo

Il Cielo di Bagdad, il nuovo album vola alto

NAPOLI, 17 GENNAIO 2012 - “C'è un viaggio di eroi che non troveranno mai il loro paese, ci sono eroi che non conosceremo mai”. Così si legge nella presentazione del disco “Unhappy the land where heroes are needed or lalalala, ok”, dei campani Il Cielo di Bagdad, protagonisti di una delle più interessanti proposte musicali in uscita in apertura di 2012. Ed eroico, intanto, è il percorso della band (Nicholas Mottola Jacobsen, Luca Buscema, Angelo Albano, Enrico Falbo, Giulio Cestrone, Fausto Tarantino), che continua a snodarsi lungo i sentieri di una profondità ancestrale, accostante ed intimistica, ma allo stesso tempo non esattamente alla portata di tutti i viandanti della musica.[MORE] Questo secondo full-length, che segue “Export for Malinconique”, dichiara nondimeno sin dal titolo l'ambita trasversalità del proprio sentimento, proteso ad esprimersi in un codice universale, entro una cornice sonora altamente suggestiva.

L’opener, “Lalalala, ok” aveva anticipato l’uscita del disco, già ad aprile 2011, con il video prodotto dalla stessa band dietro la regia di Giacomo Triglia (Brunori S.A.S, Colapesce, Di Martino, Maria Antoniette), peraltro selezionato su MTv New Generation e trasmesso in Italia/Spagna/U.K/Korea/Francia/ Brasile. Si tratta di un pezzo dal vago sapore degli Arcade Fire, di una magniloquenza lontana ed ovattata. “The light place”, raffinato nelle armonie musicali, prende un’intonazione quasi fiabesca, mentre “We’re fine” competerebbe a testa alta con le più accorate confessioni acustiche della migliore Scuola di Canterbury dei sixties. “It’s over” sembra alzare il tono con l’esordio in roboare di basso, ma si stempera gradualmente in un onirismo a tratti minimale: forse il brano meglio riuscito. “Happy heroes” incanta come una sinfonia di cristallo, su cui l’aedo si produce in vocalizzi slontananti. “Trees’ love” ammicca ai Beatles più vellutati, con una malinconia sotterranea che ricorda i pochi lavori da solista di Syd Barrett. Ben altre atmosfere nel più catchy Stop! Stop! Stop!”, pezzo di vigoroso e sorvegliato indie-rock. La chiusura è affidata a “Shadows and rainbows”, titolo azzeccato per un pezzo dalle sonorità gradevolmente trasparenti, il cui crescendo è solo un prender fiato di un sussurro.

Registrato presso lo Zoo Studio di Aversa con la produzione artistica di Fausto Tarantino, “Unhappy the land where heroes are needed or lalalala, ok” è un album maiuscolo, di un’intensità equilibrata e ricca di ispirazione, degna di ritagliarsi uno spazio più che consistente sulla scena internazionale.

(foto: l'artwork di  "Unhappy the land where the heroes are needed for lalalala, ok", da ilcielodibagdad.it)

 

Antonio Maiorino