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Poco tempo fa ho finito di leggere un libro consigliatomi (per non dire imposto) da una mia cara amica: Il cavaliere d’inverno di Paullina Simons. Devo dire che inizialmente ero un po’ titubante. Oserei dire del tutto prevenuta. Diciamo che non l’avrei letto se non fosse stato per l’insistenza della mia compagna di letture. Son bastate le prime quaranta pagine per convincermi non solo a continuare, ma per rendermi conto che avrei passato le nottate su quel volume di settecento pagine. E non mi sono sbagliata…[MORE]
La storia è ambientata in Russia, specificatamente a Leningrado, durante la seconda guerra mondiale. Tatiana è una ragazzina di circa 17 anni quando, seduta su una panchina alla fermata dell’autobus, incontra Alexander, giovane ufficiale dell’Armata Rossa. Basta un solo sguardo per sentirsi legati. Se non fosse che proprio quel giovane è il tanto decantato soldato amato dalla sorella, Dasha. Cosa accadrà a questa storia che, appena iniziata, sembra condannata ad essere soffocata, tra la guerra, le gelosie, la morte ed i tanti segreti?
Potrebbe sembrare il tipico romanzo rosa per fanciulle romantiche, scommetto che non lo disdegnerebbero, ma questo libro non credo si possa “degradare” a titolo di “tipico romanzetto sdolcinato”, no…È fedele all’ambientazione storica, abbastanza realistico, non esasperato.
La vita dell’autrice ha sicuramente contribuito alla scelta di non romanzare troppo la storia d’amore.
Infatti Paullina Simons ha vissuto per i primi suoi anni di vita in Russia, in sole due stanze con la propria famiglia, per vedere deportato il padre nei Gulag ed emigrare in America dopo qualche anno.
Libro, dunque, semplice e fluido. Intenso, ma non banale. La passione è il sentimento predominante. Passione come amore travolgente, ideali mandati avanti a costo della vita e gelosie portate fino alla morte.
E proprio la morte sarà ad unire i due protagonisti e, forse, a dividerli.
«“L’amore è”, ripeté guardando solo sua sorella, “quando lui ha fame e tu lo nutri. L’amore è sapere quando lui ha fame”».