Cultura e Spettacolo

Il "Caso Spampinato" per ricordare Ilaria Alpi e Miran Hrovatin

BOLOGNA, 21 MARZO 2012 - Erano le 15,50 del 20 marzo 1994 quando il giornalista Flavio Fusi annunciava, in un'edizione straordinaria del Tg3, la morte della collega Ilaria Alpi e del suo cameraman Miran Hrovatin. La giovane giornalista ed il cameraman in quei giorni in Somalia, precisamente a Mogadiscio, per seguire la guerra civile, in realtà avrebbero scoperto un traffico internazionale di veleni, rifiuti tossici e radioattivi prodotti dai Paesi industrializzati e stivati nei Paesi poveri dell'Africa.

A 18 anni di distanza il Premio Ilaria Alpi, con il patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti dell'Emilia-Romagna e dell’Associazione Stampa Emilia-Romagna, ricorda la giornalista del Tg3 e il suo collaboratore attraverso un' inchiesta drammaturgica, al dipartimento di Discipline della Comunicazione di Bologna, sul “Caso Spampinato”.[MORE]

Scritta da Roberto Rossi e Danilo Schininà, l’inchiesta drammaturgica, rivela attraverso l'uso di immagini e inserti video, la passione per il giornalismo e soprattutto come, da chi e perché è stato ucciso il 27ottobre del 1972 Giovanni Spampinato, giornalista dell'Unità e de L'Ora (raccontato nell'approfondimento di Andrea Intonti). La messa in scena da parte degli attori Schininà e Giovanni Arezzo è risultata semplicissima: niente palco, niente scenografia, il solo scopo era quello di raccontare la vera storia di Spampinato senza spettacolarizzarla troppo e avvicinare il pubblico ad una vicenda che solo in pochi conoscono.
«Un Giorno chiesi a Danilo se conoscesse Giovanni Spampinato e la sua storia» come ci ha raccontati Roberto Rossi «Ovviamente come la maggior parte delle persone, Danilo sapeva che Giovanni era un giornalista ucciso da Roberto Campria, figlio dell'allora presidente del Tribunale di Ragusa, in un momento di pazzia». «La vicenda in realtà non è così semplice» continua Schininà «grazie a Roberto, scopro che il giornalista non è stato ucciso semplicemente per un colpo di follia. Campria è uno dei maggiori indiziati per l'omicidio di Angelo Tumino, trafficante di antiquariato e oggetti d’arte. Giovanni Spampinato era stato l’unico giornalista a rivelare che il figlio del presidente del tribunale era coinvolto nelle indagini. In mezzo quindi ci sono questioni più pesanti: si tratta di contrabbando, commercio di reperti archeologici, di affari illeciti insomma. Così decidiamo di scrivere la storia e di raccontarla con una rappresentazione teatrale, che mira a far capire che non c'è solo follia in questo assassinio, ma c'è ben altro».
Il pubblico che Rossi e Schininà prediligono è quello degli universitari «L'ambiente universitario è quello giusto»dichiara l'attore Danilo «è quello dove c'è la gente giusta per questo tipo di verità. Non a caso dopo oggi dal 22 marzo saremo in giro per le diverse università del Belgio: Borgerhout, Brugge, Bruxelles, Sint-Niklaas, Gent. »


Nella sede del dipartimento di Discipline della Comunicazione di Bologna, era presente anche Alberto Spampinato, fratello di Giovanni,giornalista e presidente dell’Osservatorio “Ossigeno” sui giornalisti minacciati che subito dopo la rappresentazione teatrale ha concluso l'incontro dicendo «Raccontare la storia di mio fratello Giovanni, il giorno dell'anniversario della morte di Ilaria Alpi ha un senso: entrambi amavano il mestiere del giornalista ed entrambi anche se in anni così lontani sono stati abbandonati dalle istituzioni, dalla politica, dalla comunità e dai giornali per la quale lavoravano. Tutti erano a conoscenza delle indagini, delle scoperte e soprattutto dei rischi che correvano Ilaria e Giovanni. Ma nessuno ha fatto niente.
Rilanciare il “Caso Spampinato” è un invito a riflettere su aspetti di grande attualità: sono troppi oggi i giornalisti che rischiano di pagare con la loro vita (Roberto Saviano, Giovanni Tizian, Rosaria Capacchione sono i più conosciuti), il desiderio e la voglia di trasmettere al lettore il diritto ad una corretta informazione. Spesso e volentieri la verità dei fatti è messa a tacere da chi fa abuso di potere per nascondere le situazioni poco pulite che lo riguardano.

 

Elisa Mirabile