Interviste
La musica incontra le parole: il cantautore e artista Francesco Sportelli si racconta ad InfoOggi
ROMA, 12 aprile 2015- E’ stato da poco presentato nella Capitale Tra Le Righe, l’ultima fatica discografica di Francesco Sportelli, raccolta di inediti pubblicata nel 2012 e arrangiata e registrata da Francesco Di Cicco. Francesco Sportelli, tarantino di nascita e abruzzese d’adozione, che esordì nel 1997 con il brano "Tutto il cielo dentro un uomo solo" e che nel Maggio scorso ha avuto la possibilità di cantare durante un evento in Piazza San Pietro alla presenza di Papa Francesco, è un cantautore, un interprete teatrale, un insegnante di teatro e scrittura in ambito musicale ed è inoltre Presidente dell’associazione culturale Il Volo Del Coleottero. Costituisce quindi, nella sua sorprendente versatilità, una meravigliosa figura di artista a tutto tondo.
-Ha presentato da poco a Roma “Tra Le Righe”, il suo ultimo lavoro discografico. Perché ha scelto proprio questo titolo? E da cosa nasce l’idea del CD?
Sono sempre stato un osservatore e ascoltatore del mio intorno, credo sia un prerogativa indispensabile per chiunque voglia raccontare qualcosa. “Tra le righe” è stato un modo per fermare su un disco la necessità di conoscere e riconoscere tutti quei piccoli dettagli del quotidiano, fatti di immagini, profumi, gesti che molte volte do per scontati, ma che spesso si rivelano il vero motore della giornata, nascondendo significati e metafore da cui è sempre costruttivo lasciarmi sorprendere. Ho voluto poi che gli arrangiamenti fossero semplici, ma originali con chitarre acustiche in primo piano e pochi altri “colori sonori” di altri strumenti, il tutto arricchito da parti ritmiche di beat-box vocale. Per ottenere questo risultato ho prodotto il disco alla Fabbrica dei Suoni di Francesco Di Cicco con cui ho scritto anche il brano Il quadro e la parete, contenuto nel disco.
Per presentare il disco a Roma ho scelto il piccolo teatro della Bottega delle arti creative, luogo davvero suggestivo che favorisce un ascolto attento e un contatto diretto col pubblico. Ho creduto opportuno presentare il disco suonando semplicemente la chitarra con l’accompagnamento del violino di Fabrizio De Melis, amico e musicista che collabora, tra gli altri, anche con Fiorella Mannoia e Tosca.
Fabrizio, con la sua versatilità, ha contribuito a vestire ogni brano di originalità e raffinato gusto musicale di cui mi sono nutrito per esprimermi davvero con grande intensità.[MORE]
-La prima canzone dell’album è “Dal Vetro”, brano che si apre con la suggestiva immagine di una tenda scostata, perché ha scelto di aprire il disco proprio con questo pezzo?
I primi versi raccontano di un risveglio mentre il caffè è sul fuoco e fuori ha smesso di piovere da poco. Mi piaceva l’idea che il disco partisse da un prima e andasse nella direzione della scoperta di qualcosa di nuovo, un viaggio che può iniziare anche scostando leggermente una tenda per vedere cosa accade fuori e da qual momento ascoltare cosa cambia dentro.
-Oltre ad essere un cantautore, si occupa anche di insegnare teatro e scrittura in ambito musicale. Questo suo amore per l’arte in generale anima anche il suo lavoro all’interno dell’associazione culturale “Il volo del coleottero”, di cui è presidente?
Cerco di mettermi in gioco continuamente e gli strumenti della musica prima e del teatro successivamente, mi hanno fatto sorprendere di tante potenzialità espressive che non immaginavo di avere e di poter portare agli altri. I laboratori artistici de Il volo del coleottero mirano a guidare gli allievi alla scoperta di sé. Per fare questo al meglio, al mio lavoro si unisce da sempre il fondamentale lavoro della regista e attrice Alessia Tabacco, co-fondatrice dell’associazione culturale, con cui progettiamo continuamente nuove attività formative che servano da stimolo, specie per i giovanissimi, per cercare con passione nella propria vita le strade del Bello, del Vero e del Buono, così come suggerito anche da Papa Francesco durante uno degli eventi a cui ho avuto il privilegio di partecipare come ospite.
-Proprio ad un coleottero è dedicata la quarta traccia del suo album. L’immagine dell’insetto che vola a dispetto della fisica, dei pronostici e del pessimismo della gente, rappresenta simbolicamente la figura dell’artista?
Sicuramente sì, ma non solo. L’idea mi nacque quando lessi per caso questo aforisma che la leggenda vuole sia affisso all’ingresso della facoltà di ingegneria aeronautica di Cambridge: “Considerando l'apertura alare e la frequenza del battito delle ali rapportate al peso, è scientificamente provato che un coleottero non può volare. Vola perché non lo sa.”
Ho scritto Il coleottero perché ho visto in questo insetto una grande metafora del riscatto umano degli individui che si danno da fare per cercare e trovare il loro personalissimo modo di volare e questo vale anche per le persone disabili o quelle che, alla nascita, hanno pochissime probabilità di vita e invece ce la fanno dando anche frutti inimmaginabili nel futuro. Questo è accaduto proprio a mia sorella che, nata prematura e quasi senza speranza di vita, si ritrova oggi ad essere una mamma di uno splendido bambino.
A loro va il mio pensiero ogni volta che canto questo brano.
-“Tra Le Righe” è il suo terzo lavoro discografico, ne ha altri in cantiere? Quali sono i suoi progetti futuri?
Il cantiere è sempre aperto ogni volta che una chitarra, un foglio e una penna sono a portata di mano. Spesso però questo non basta perché per finalizzare idee e progetti è necessario dedicarci il giusto tempo con metodo e attenzione. Dopo l’uscita di “Tra le righe” alla fine del 2012 ho scritto molto per altri artisti e soprattutto per il teatro, avendo prodotto vari spettacoli che necessitavano di musiche e canzoni. Sono sicuramente allenato a scrivere, ma comincio a sentire davvero l’esigenza di prendermi del tempo per fare in modo che i tanti frammenti musicali sparsi e le nuove idee che verranno possano confluire in un nuovo percorso, diventare canzoni nuove per un disco nuovo pieno di cose da raccontare perché dopo “Tra le righe” di cose belle ne sono accadute davvero tante.
Elisa Lepone