"Il cacciatore di meduse" di Pegna, di un piccolo migrante somalo ora anche in versione ebook
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"Il cacciatore di meduse" di Pegna, di un piccolo migrante somalo ora anche in versione ebook

lunedì 30 gennaio, 2017

“Il cacciatore di meduse” di Ruggero Pegna, il commovente romanzo sulla storia di un piccolo migrante somalo ora anche in versione ebook
CATANZARO, 30 GENNAIO - Tajil, il piccolo migrante somalo sbarcato a Lampedusa, protagonista del romanzo “Il cacciatore di meduse” di Ruggero Pegna, edito da Falco, ora sbarca anche in versione ebook nel formato epub.[MORE]

Dopo le versioni in braille e parlata per non vedenti, curate dall’Unione Italiana Ciechi, il commovente romanzo è ora disponibile anche come libro elettronico in formato digitale grazie alla piattaforma Ebook Republic, fornitrice anche di Ibs e Amazon.

“Il cacciatore di meduse”, considerato un autentico romanzo di formazione da molti docenti che lo hanno introdotto in numerosi istituti scolastici, ha già commosso migliaia di lettori.

“Lo scopo del nuovo formato è proprio quello di consentirne un più facile ed economico accesso ai più giovani ed una immediata reperibilità”, afferma Alessandro Baldascino, responsabile Ufficio Stampa della casa editrice.
Nell’attualissimo romanzo, è proprio il piccolo migrante somalo, sbarcato a Lampedusa con la mamma e una bimba rimasta orfana durante il viaggio, a raccontare paure, sofferenze, emozioni e speranze della fuga verso una vita migliore; nel deserto prima, poi durante una tragica traversata del Mediterraneo dal porto libico di Zuara fino in Sicilia. Una storia dei nostri giorni in chiave romanzo, tra fiaba e realtà.

“Sento ancora in gola la polvere che ho ingoiato, l’acqua che ho bevuto quando non avevo sete e che desideravo quando ero assetato”, dice Tajil. Terribile la descrizione dei momenti dell’affondamento della sua imbarcazione in uno dei capitoli più dolorosi: “Il pezzo di mare intorno a noi si trasformò in un pentolone pieno di neri che provavano a nuotare. Ribolliva come se, sotto, ci fosse davvero fuoco. Dopo un po’, le grida diminuirono e rimasero i rumori della disperazione. Non durarono molto. Quasi tutti non sapevano nuotare e furono inghiottiti, uno dopo l’altro, in pochi secondi... Ognuno in silenzio andò incontro al suo destino, come se si sapesse che, arrivati alle porte del paradiso, non tutti saremmo potuti entrare e ci si rassegnasse a morire con la consapevolezza d’averci provato..”..

Unanimi i consensi di critica e lettori. In questo romanzo, infatti, il tema scottante dell’immigrazione è toccato per la prima volta dall’altro punto di vista, con gli occhi del bambino somalo che diventa scrittore della sua stessa storia e con la voce di altri suoi amici, immigrati, miseri e diversi di tutto il mondo.

Le avventure di Tajil e degli strani amici della sua compagnia, i tanti invisibili che si aggirano intorno a noi, si snodano soprattutto in Sicilia, in particolare per le vie di San Vito Lo Capo, nello scenario naturale della Riserva dello Zingaro, per le tante calette, lungo la costa fino a Scopello e, dall’altro lato, fino a Mazara. Sono tanti i luoghi del nostro Paese toccati da Tajil nel suo peregrinare, fino al definitivo ritorno a San Vito, dove lo attende un finale inimmaginabile.

Un libro struggente e attuale, una fiaba contemporanea, che ripropone il valore controcorrente del rispetto verso gli altri e la ricchezza della contaminazione tra diverse culture, affascinando anche i lettori più giovani.
“La Terra è di tutti… La bontà non dipende dal colore della pelle ma da quello del cuore!”, scrive Tajil alla maestrina di italiano nel suo primo temino. Raccontando la dura realtà dei nostri giorni, tra episodi drammatici e sfumature fiabesche, arriva dritto al cuore.

In un momento storico dominato dalle tragedie dell’intolleranza, dell’odio e del fanatismo terroristico, “Il cacciatore di meduse” parla di umanità e sentimenti, di uguaglianza tra uomini di ogni fede, razza e colore. Incastonato nella storia mondiale degli ultimi anni: dall’elezione di Obama, primo presidente americano di colore, all’appello di Papa Francesco alla Comunità Internazionale, è un forte grido contro ogni forma di razzismo, per il rispetto delle diversità e di ogni essere umano.


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