Cronaca
Il boom dell'ingresso di produzioni è una vera e propria fabbrica dell'illegalità
Una fabbrica dell’illegalità che penalizza fortemente le nostre produzioni. Il ruolo dei Consorzi di Tutela
24 MARZO 2015 - In questi giorni, il vino, grazie all’evento di Vinitaly, è stato il prodotto al centro dell’attenzione. Ancora una volta però – commenta Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria – trova conferma che in Italia arriva tanto, troppo vino straniero anonimo e il timore è che un quantitativo elevato venga probabilmente imbottigliato e senza una adeguata tracciabilità finisca - continua - per fare concorrenza sleale ai nostri produttori che stanno crescendo in quantità e qualità con benefici effetti sull’economia e sulla promozione dei territori, e ingannano i consumatori.
Ormai – prosegue – è una storia che si ripete e vale per tutti i comparti agricoli ed agroalimentari; occorre fare chiarezza sulle destinazioni finali di queste produzioni a chilometro illimitato - sottolinea - per evitare il rischio di frodi ed inganni a danno del Made in Italy come testimonia l’Osservatorio sulla criminalità in agricoltura promosso dalla Coldiretti con l’ex procuratore Giancarlo Caselli alla guida del comitato scientifico, che ha più volte puntato il dito sul pericolo di inganni che si nascondono dietro la mancanza di trasparenza nell’importazione massiccia di materie prime agricole. [MORE]
“Non possiamo più permettercelo e per questo - sostiene la Coldiretti - occorre rendere pubblici i nomi delle aziende che importano vino sfuso e altre produzioni, per consentire ai consumatori piena libertà di scelta. Si tratta di togliere il segreto di Stato sui flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero al fine di contrastare le aggressioni e salvare il Made in Italy conseguenti alla lavorazione nel nostro Paese di prodotti alimentari oggetto di importazione o di scambio intracomunitario e la successiva messa in commercio come prodotti autenticamente italiani. Finora, infatti, una complessa normativa doganale ha impedito l’accessibilità dei dati senza significative ragioni legate alla tutela della riservatezza – come testimoniato da diverse indagini - provocando gravi turbative sul mercato e preoccupazione dei consumatori, a fronte all’impossibilità di fare trasparenza sulla provenienza degli alimenti. In un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato – conclude il presidente - il valore aggiunto della trasparenza e i Consorzi di Tutela hanno un ruolo importante e sicuramente possono e devono fare di più, proprio per i compiti che gli vengono affidati dalla legge e in una regione agricola come la Calabria questo è un valore aggiunto notevole.
Notizia segnalata da: (Coldiretti Calabria)