Cronaca
Il 25°di episcopato di S.E. Mons. Antonio Ciliberti
CATANZARO 01 FEBBRAIO 2014 - Con incommensurabile affetto, saluto tutti voi nel Signore, mentre ribadisco la pienezza della mia gioia nell’essere qui con voi per rendere grazie a Dio nel 25° della mia ordinazione episcopale”. Queste le parole dell’Arcivescovo emerito di Catanzaro-Squillace, Mons. Antonio Ciliberti, pronunciate nei giorni scorsi nella chiesa Cattedrale del capoluogo regionale in occasione del suo 25° della sua ordinazione episcopale.
Pastore a Locri - Gerace, dal 1989 al 1993, a Matera- Irsina, dal 1993 al 2003, a Catanzaro- Squillace, dal 2003 al 2011. Venticinque gli anni –un quarto di secolo- di episcopato per il nostro arcivescovo emerito Antonio Ciliberti. Un lungo e fruttuoso ministero pastorale che ha inciso notevolmente nelle dinamiche ecclesiali, culturali e sociali del meridione d’Italia, in particolare della Calabria e della Basilicata.
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Solenne la celebrazione eucaristica presieduta per l’occasione dallo stesso mons. Ciliberti. Un importante momento di preghiera fortemente voluto dall’arcivescovo metropolita mons. Vincenzo Bertolone e che ha visto la presenza pure di mons. Antonio Cantisani, arcivescovo emerito di Catanzaro-Squillace, di mons. Vittorio Mondello, arcivescovo emerito di Reggio Calabria–Bova, di mons. Leonardo Bonanno, vescovo di San Marco Argentano- Scalea, di mons. Luigi Renzo, vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, di mons. Francesco Milito, vescovo di Oppido Mamertina-Palmi, di mons. Donato Oliverio, vescovo dell’Eparchia di Lungro, di mons. Vincenzo Rimedio, vescovo emerito di Lamezia Terme, di mons. Cornelio Femia, amministratore diocesano di Locri- Gerace, e di mons. Antonio de Simone, amministratore di Rossano- Cariati. Insomma folta la rappresentanza dell’episcopato calabrese, ma non solo. Alla funzione religiosa –animata dalla Schola Cantorum “Santa Maria Mater Pacis” con la direzione del Maestro Paolo Silvano- hanno infatti partecipato numerosi sacerdoti, gli esponenti delle istituzioni civili e militari e tantissimi fedeli laici che hanno letteralmente gremito l’edificio sacro.
Significative le parole che l’arcivescovo Bertolone ha rivolto a mons. Ciliberti nel suo indirizzo di saluto: “In questa felice ricorrenza mi piace pensare al capitolo venti degli Atti degli Apostoli, ove leggiamo che Paolo ringrazia il Signore perché, nonostante i suoi difetti, l’ha chiamato a ‘rendere testimonianza al messaggio di tenerezza e di grazia di Dio’. Proprio come Ella ha fatto nei venticinque anni di episcopato, durante il servizio reso nelle tre diocesi ove il Santo Padre lo ha inviato. Un venticinquennio ricco e proficuo, per il quale tutti noi siamo riconoscenti. Nel suo magistero Ella ha sempre affermato che l’attività di evangelizzazione è il fondamento e il principio dell’azione della Chiesa e ci ha sempre ricordato che il cristiano è chiamato ad essere un conoscitore esperto della volontà di Dio. Il nostro è un incontro di preghiera in ringraziamento al Padre perché Egli, come sottolinea lo splendido Prefazio degli Apostoli, è il Pastore eterno che non abbandona il suo gregge, ma lo custodisce e lo protegge sempre per mezzo dei suoi santi Apostoli e lo conduce attraverso i tempi sotto la guida di coloro che Egli stesso elegge Vicari del Suo Figlio e costituisce Pastori. Per questo ancora una volta vogliamo lodare il Signore”.
“Carissima eccellenza –ha continuato mons. Bertolone-, la comunità tutta e i presbiteri ringraziano il Signore per il grande dono dell’episcopato. La ringraziano anche l’Episcopato calabro e lucano per il suo servizio episcopale. Le auguriamo tanta serenità, salute e fecondità apostolica. Volentieri faccio riferimento al 29 maggio 2011 quando mi presentò la Chiesa di Catanzaro- Squillace. Ed allora con Lei ogni giorno ringraziamo il Signore ripetendo ‘è bella e dolce la mia Chiesa’”.
“Chi è il vescovo?”. E’ la domanda dalla quale è partito mons. Ciliberi nella sua omelia, che si è concentrata sulla grandezza del ministero episcopale e sacerdotale. “Il vescovo – ha detto – successore degli apostoli per mandato divino, con l’imposizione della mani e la preghiera consacratoria, rende partecipe il presbitero del suo sacerdozio che è continuazione del sacerdozio di Cristo. La comunione, quindi, tra il vescovo e il presbitero è una dimensione ontologica che va colta e vissuta nella fedeltà”. Quello del vescovo, in altre parole, è – ha sottolineato mons. Ciliberti- “un mandato pastorale segnato da una chiamata”: “il suo compito è quello di portare il vangelo ad ogni uomo; un compito che appartiene a tutti i membri della Chiesa, ma in maniera particolare ai vescovi ed ai sacerdoti”.
Mons. Ciliberti ha quindi rinnovato l’invito alla comunità cristiana a pregare, affinché “non manchino santi pastori”. “Con don Bosco – ha detto ancora– ricordo che il dono più grande che Dio possa fare a una famiglia è darle un figlio sacerdote. E ancora, insieme al grande santo dei giovani, ricordo alle comunità parrocchiali che il grado di spiritualità che le caratterizza si misura dal numero delle vocazioni che in esse sbocciano”.
Nel concludere l’omelia mons. Ciliberti ha ricordato la vicenda di Giovanni quando, ormai avanti con l’età, dall’isola di Patmos si rivolge ai suoi discepoli per un ultimo insegnamento. “Anch’io – ha aggiunto- con cuore di Padre, dico a tutti: figlioli miei amatevi gli uni gli altri. Queste suggestive parole sono l’eco della Parola di Cristo. Da questo vi riconosceranno che siete miei se vi amerete gli uni gli altri. Amatevi come io vi ho amato. La forza del mio reciproco amore è la voce incarnata della nostra missione nel mondo ed è il cemento solido per costruire tra gli uomini la vera civiltà, vagheggiata dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo”.
A fine celebrazione eucaristica mons. Raffaele Facciolo, vicario generale, ha consegnato all’arcivescovo Ciliberti in dono da parte della comunità diocesana di Catanzaro- Squillace, una riproduzione artistica raffigurante l’abbraccio di comunione e speranza tra Papa Francesco e Papa Benedetto. Anche il Comune di Corigliano Calabro ha inteso omaggiare mons. Ciliberti con una targa per i ventidue anni da parroco a servizio della cittadina dell’alto cosentino, prima dell’ordinazione episcopale.