Ignazio Visco, i salari dei giovani sono fermi

Claudia Candelmo
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CATANIA, 25 NOVEMBRE 2011- Parla Ignazio Visco, attuale Governatore della Banca d’Italia, il quale, nel corso del congresso dell’associazione magistrati per i minorenni e la famiglia, si è espresso sull’attuale crisi economica e sulla situazione in cui si trovano oggi i giovani. Secondo il Governatore, i giovani che si affacciano sul mercato del lavoro rischiano di essere esclusi dai benefici provenienti dalla crescita che il paese ha avuto negli ultimi decenni. [MORE]


Il Governatore della Banca d’Italia si è soffermato sul problema del ristagno economico in cui si trova attualmente l’Italia, specificando che c’è bisogno che il paese torni a crescere economicamente, affinché ci sia un riequilibrio dei conti pubblici. Secondo Visco, infatti, gli interventi fatti dal Governo Berlusconi durante l’estate, ‘’miglioravano i conti ma non erano sufficienti’’. Ciò che serve al nostro paese sarebbe un’ampia gamma di interventi, volti a stimolare l’attività d’impresa e a spronare le imprese ad inserire nel mondo del lavoro soprattutto le donne e i giovani. Insomma, una maggiore concorrenza, e una migliore regolamentazione del mercato del lavoro. Per di più, ciò che spaventa maggiormente, è il livello dei salari tra i giovani: in termini reali e, quindi, di potere d’acquisto, il salario dei giovani si attesta oggi su livelli pari a quelli di pochi decenni fa. Proprio i giovani, secondo Visco, sono il motore della possibile crescita economica del paese.


Ma Visco ha sottolineato anche un secondo punto, fondamentale nella sua esposizione: il problema del capitale umano . Affinché l’Italia torni competitiva, c’è bisogno di una crescita anche dal punto di vista della popolazione. E per fare ciò è importante migliorare l’integrazione, principalmente dei figli di cittadini stranieri. Questi incontrano le loro maggiori difficoltà a scuola e un terzo di loro è in ritardo con gli studi già al termine della scuola primaria (La percentuale di italiani con le stesse difficoltà, si abbassa al 2%).


Pertanto risulta fondamentale investire anche sull’istruzione. Infatti, l’Italia è indietro, rispetto alla media europea, nei tassi di scolarità e di istruzione universitaria, ma anche di istruzione media superiore. Pur essendosi ridotto il divario, oggi la percentuale di diplomati italiani si attesta al 70%, rispetto alla media OCSE dell’81%. In ogni caso, la media degli italiani che completa un ciclo di studi di scuola superiore è in crescita rispetto agli scorsi decenni.

Claudia Candelmo

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Scritto da Claudia Candelmo

Giornalista di InfoOggi

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