Ici Chiesa, Anci: "Nelle casse dei Comuni 600 milioni". Ok dall'Ue
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MILANO, 16 FEBBRAIO 2012- La proposta di un emendamento volto a far pagare l'Ici agli immobili della Chiesa in cui si svolgano attività commerciali, presentata da Mario Monti, è stata accolta positivamente anche da Bruxelles, "Abbiamo preso nota della proposta di Monti", ha dichiato il portavoce del commissario alla Concorrenza Joaquin Almunia, a seguito della lettera inviata dal Premier italiano. Joaquin Almunia, ha continuato sostenendo che la suddetta iniziativa di Mario Monti rappresenta "un progresso sensibile".
Il portavoce aggiunge, "La procedura di infrazione per aiuti di Stato aperta nel 2010 e' ancora in corso. Quando l'emendamento sara' votato dal Parlamento italiano, sara' esaminato dalla Commissione. L'emendamento proposto ci sembra un progresso sensibile e sulla base di questo esame speriamo di chiudere la procedura". Infine, Joaquin Almunia conclude augurandosi che "possa essere chiusa la procedura d'infrazione avviata da Bruxelles".
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Subito è partita le stima da parte dell'Anci, Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, per verificare quanto questo provvedimento potrebbe portare nelle casse comunali. Secondo il presidente dell'Anci Graziano Delrio, "I Comuni dovrebbero incassare sui 500-600 milioni di euro". Il presidente dell'Anciha precisato che si tratta di stime prudenziali, "Alcuni stimano che il gettito sarà di 300-400 mln di euro, mentre l'Ifel parla di 1 mld di euro. La nostra stima e' tra i 500 e i 600 mln di euro. Tutto dipendera' da come sarà scritta esattamente la norma e da come verrà individuata la base imponibile".
Per Delrio, "L'intenzione del governo e' coerente con le direttive europee. Anche la Chiesa ha dato disponibilita' a chiarire questo punto perche' non e' suo interesse pensare che abbia dei privilegi". Il presidente dell'Anci muove un piccolo appunto al Governo affermando che, "Si e' trovata la chiave giusta, ma si poteva discutere anche di questo con i Comuni. Potevamo dare una mano, invece hanno voluto fare da soli".
Un altro "tabù" che il Governo tecnico ha avuto il coraggio di "toccare", a differenza del mondo politico che non può che aggiungere dei commenti a margine, più che altro un monito 'bipartisan'. "Valuteremo con favore eventuali norme purché non siano punitive per la Chiesa", commenta il segretario del Pdl Angelino Alfano avverte. Secondo Giuseppe Fioroni del Pd, "Le dichiarazioni del presidente Monti sull'Ici meritano una accurata riflessione. Voglio ricordare che il 48% dei bambini che frequentano le scuole materne possono farlo grazie alle scuole materne paritarie ed in prevalenza cattoliche e no-profit. E' del tutto evidente che se la norma prevede, anche per queste finalita', il pagamento, si mette a rischio l'erogazione del servizio che, come tutti sanno, gode di limitatissimi contributi statali, anche se indispensabile per garantire la fruizione di un diritto costituzionale. Lo stesso ragionamento vale per le tante opere di assistenza e di contrasto alla povertà e all'indigenza".
Per Maurizio Lupi e Gabriele Toccafondi del Pdl, "E' giusto spazzare via i privilegi ma senza animosita' anticlericali". Ugo Sposetti e Paola De Micheli del Pd; Gianluca Galletti e Angelo Compagnon dell'Udc aggiungono, "Vediamo che la decisione del governo di preparare un emendamento sul pagamento dell'Ici da parte della ha riportato in superficie il solito rigurgito anticlericale. Ora leggeremo con attenzione il testo. Siamo favorevoli a una norma che spazzi via le ambiguita' e chiarisca i criteri. E' giusto che le attivita' commerciali, come peraltro gia' previsto, paghino l'Ici. Ma non si cerchi, nascondendosi dietro un principio di equita', di colpire e tassare tutte quelle realta' che, ospitate in immobili della Chiesa o no, svolgono un'attivita' di valore pubblico".
Sempre gli stessi sei deputati continuano, "Non si puo' colpire, con una logica statalista, chi dal basso lavora per il bene comune. Perche' far pagare l'imposizione sugli immobili a una mensa per poveri o a chi raccoglie vestiti usati o una scuola parificata? O ancora perche' chiederla a chi svolge attivita' culturale o sportiva dilettantistica? E perche' dovrebbe pagare l'Ici una onlus che cura i malati oncologici o chi si occupa di affidamenti? Si tratta di una negazione del principio di sussidiarieta' e per evitare questo siamo pronti a discutere con il governo. Del resto lo stesso principio vale gia' ora per altri soggetti come i sindacati, per i quali e' prevista l'esenzione".
Intanto, la posizione della Chiesa è stata espressa dal portavoce della Cei, monsignor Domenico Pompili, "Ci auguriamo che sia riconosciuto e tenuto nel debito conto il valore sociale del vasto mondo del no profit. Attendiamo di conoscere l'esatta formulazione del testo così da poter esprimere un giudizio circostanziato, come dichiarato più volte, anche di recente, dal presidente della Cei, Cardinale Angelo Bagnasco che ogni intervento volto a introdurre chiarimenti alle formule vigenti sarà accolto con la massima attenzione e senso di responsabilità".
(Fonte: Ansa, Adnkronos. Fotogramma:lapoliticaitaliana.it)
Rosy Merola