I sindaci si oppongono alla Legge di Stabilità: «Siamo pronti alle dimissioni di massa»
Politica Lombardia

I sindaci si oppongono alla Legge di Stabilità: «Siamo pronti alle dimissioni di massa»

mercoledì 21 novembre, 2012

MILANO, 21 NOVEMBRE 2012 - La si potrebbe definire “la rivolta dei sindaci”. I primi cittadini si dicono pronti a presentare le dimissioni di massa il prossimo 29 novembre se il governo non dovesse modificare la Legge di Stabilità e confermasse i tagli ai trasferimenti e la struttura dell'Imu. Lo ha comunicato Graziano Delrio (nella foto), presidente dell'Anci (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani), al termine di un incontro con Piero Giarda, ministro dei Rapporti con il Parlamento. «Il ministro ha compreso la gravità della situazione» ha dichiarato su Repubblica Delrio «ma non era autorizzato a darci delle risposte».[MORE]

I sindaci non si sono limitati alle semplici minacce, ma nella giornata di oggi, a Milano, hanno organizzato un corteo per manifestare il loro dissenso nei confronti della politica di rigore imposta dal governo ai comuni. Eloquente è lo striscione che ha aperto il corteo, che recava scritto “Liberiamo i Comuni dal patto di stupidita”. Dietro di esso circa 500 sindaci, sia di centrodestra che di centrosinistra, hanno sfilano per le vie milanesi. Alla protesta hanno partecipato, tra gli altri, Giuliano Pisapia (sindaco di Milano), Gianni Alemanno (Roma), Piero Fassino (Torino), Giorgio Orsoni (Venezia) e Federico Pizzarotti (Parma).

I sindaci chiedono al governo di fare marcia indietro sui 2,5 miliardi di nuovi tagli ai trasferimenti previsti a partire dal 2013 e, per quanto riguarda l’Imu, pretendono di avere una maggiore autonomia finanziaria. L’Anci ha messo sotto accusa anche i criteri di ripartizione dell’Imu tra le varie amministrazioni comunali, tanto che ha deciso di appoggiare i sindaci che vorranno ricorrere al Tar.

Tuttavia, nonostante le proteste dei primi cittadini, la camera ha già approvato due volte la Legge di Stabilità: a Montecitorio, in occasione del primo scrutinio, hanno votato affermativamente 426 deputati, mentre nel secondo i sì sono saliti a 433.

(Foto: caravella.eu)

Giovanni Gaeta


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