Pubblica Istruzione

I "Partigiani della Scuola Pubblica" lettera aperta al Premier Conte

I “Partigiani della Scuola Pubblica” chiedono al nuovo Premier Conte l’osservanza del programma elettorale
LAMEZIA TERME (CZ) 7 GIUGNO - All’indomani della formazione del nuovo governo e della presentazione delle linee programmatiche da parte del nuovo Premier Giuseppe Conte, i “Partigiani della Scuola Pubblica” evidenziano la mancanza di un riferimento alla Scuola per la quale nelle promesse elettorali sia la Lega che il Movimento 5Stelle avevano prospettato incisive novità come lo smantellamento della legge 107 e della riforma del sostegno. [MORE]

Attualmente però il neo ministro Marco Bussetti ha definito ottima la Legge 107 e addirittura condivide l’alternanza scuola - lavoro considerandola, secondo i dettami della Buona Scuola, una necessità da implementare e da rendere strutturale finanche per i classici. In merito, la stessa Lega sottolinea l’importanza della formazione pratica che si realizza a scuola in quanto può garantire ad ogni alunno un immediato avviamento al lavoro.

Per i Partigiani, invece, l’alternanza scuola - lavoro priva gli studenti di un monte ore pari a quello di un anno scolastico o anche due che potrebbero essere destinate all’ apprendimento scolastico mai più recuperabile nella vita e comporta uno sfruttamento lavorativo degli studenti. I “Partigiani della Scuola Pubblica”, dopo aver elencato le criticità della Buona Scuola in una lettera aperta al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte , chiedono l’osservanza del programma elettorale nel quale il Movimento 5Stelle e la Lega avevano evidenziato un abuso legislativo nei confronti della scuola e la necessità di adeguati interventi.

Dopo l’iniziale silenzio sulla scuola, successivamente il Presidente del Consiglio, afferma che « non sono lì per stravolgere la Buona Scuola, ma per risolverne le criticità» suscitando il disappunto dei “ Partigiani della Scuola Pubblica”, fiduciosi nel cambiamento già annunciato ed elencano le tante criticità della Legge 107 tra cui quella di «aver dato una finalità incostituzionale alla scuola pubblica ubbidendo ai diktat dei mercati invece di formare coscienze critiche capaci di orientarsi in un mondo in continuo cambiamento che gira intorno ai privilegi di pochi». Il risultato è quello di una scuola diseguale governata, per i Partigiani, «da un dirigente – padrone che ha la prelazione su tutte le decisioni degli organi collegiali e viene premiato in base a quanto sia abile ad usare i propri poteri per obbligare i docenti al lavoro sommerso che invece di innalzare la qualità dell’offerta formativa degli studenti, li trasforma in strumenti per ottenere finanziamenti con cui pagare la carta per le fotocopie, mentre li costringe a rinunciare, capitalizzare il tempo da destinare allo studio, all’acquisizione e al consolidamento di quelle conoscenze e competenze via, via più complesse che, sole, potrebbero aprire loro la strada per un futuro libero e dignitoso».

Tra le altre palesi criticità, per i Partigiani, la chiamata diretta dei docenti e del bonus di merito che sono strumenti volti ad impedire la libertà di insegnamento prevista dall’art. 33 della Costituzione: il bonus di merito viene elargito senza alcuna trasparenza, spesso senza poter accedere agli elenchi dei destinatari mentre chi lavora con profitto accanto agli studenti e ne determina veramente il successo formativo, viene mortificato e considerato un docente di serie B. I “Partigiani della Scuola Pubblica”, riponendo la propria fiducia nel nuovo Governo, ribadiscono che non sono disposti a tollerare l’ennesimo attacco alla scuola e alla loro professionalità e auspicano la rottura con la Buona Scuola e con il famigerato Ddl Aprea di cui in parte è figlia.

 

Lina Latelli Nucifero