Pubblica Istruzione
I Partigiani della Scuola Pubblica e Scuola Bene Comune contro il finanziamento delle scuole private
Il movimento dei Partigiani della scuola pubblica e Scuola Bene Comune chiedono l’abrogazione della legge 62 del 2000 sulla parificazione delle scuole private , voluta da Luigi Berlinguer, in quanto favorisce la distribuizione di fondi pubblici alle scuole paritarie a discapito della scuola pubblica. Ciò è quanto si sta registrando in seguito all’esame in Senato del Decreto Legislativo 22/2020 che accoglie misure per la conclusione e l’avvio dell’anno scolastico e lo svolgimento degli esami di Stato diventando un pretesto per i parlamentari di destra e sinistra per rivendicare gli scranni attraverso l’elargizione di fondi alle scuole paritarie.
La senatrice Gallone di FI , difendendo una pregiudiziale di incostituzionalità, ha sostenuto che il provvedimento, che si intende adottare, non reca finanziamenti per le scuole paritarie in quanto « elememto portante del sistema di istruzione nazionale» nonostante - come riferiscono i Partigiani e Scuola Bene Comune - l’articolo 33 della Costituzione reciti che « la Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato». Chiara, dunque, la mozione pregiudiziale di incostituzionalità contraria al dettato costituzionale e alla tesi dei Partigiani e Scuola Bene Comune per i quali « i manipolatori della Costituzione sostengono che la scuola paritaria sia un servizio pubblico e che va finanziato direttamente con le tasse dei cittadini o indirettamente con lo sgravio delle rette» appigliandosi alle provvidenze della legge 62/2000 per far sì che il sistema scolastico nazionale diventi un sistema integrato e quindi lo Stato provvede a dotare tutti i territori di scuole statali di ogni ordine e grado, senza basarsi sulla presenza di eventuali scuole paritarie a integrazione.
La Senatrice Granato del Movimento 5 Stelle, nella dichiarazione di voto del 28 maggio , ha smascherato pubblicamente il vergognoso intento collettivo di affossare la scuola statale per trasformare il sistema scolastico nazionale in un sistema integrato e quei parlamentari che utilizzano il consesso istituzionale « per accrescere – secondo i Partigiani e Scuola Bene Comune - i propri consensi, forti anche dell’appoggio della Cei che ha grossi interessi nel settore delle paritarie». Il sostegno alle scuole paritarie è motivato dalla concorrenza che ciò porterebbe un bene al sistema scolastico, dalla libertà di scelta educativa e dalla convinzione che le paritarie sarebbero scuole pubbliche. Motivazioni che non giustificano minimamente lo storno di soldi dalla scuola statale per devolverli alla scuola paritaria, tranne che per il sistema 0-6 , che oggi è integrato per scelte politiche dei precedenti governi. È palese a tutti che molte scuole paritarie, specie del Sud, in realtà si presentano come parcheggi e diplomifici, poco frequentate dagli studenti e per di più i docenti vi insegnano senza essere retribuiti ma soltanto per beneficiare del punteggio.
«Il Ministero – aggiungono i Partigiani e Scuola Bene Comune - non può esercitare un rigoroso controllo sul loro operato, non avendo ispettori sufficienti nemmeno per le scuole statali. Eppure queste scuole emettono titoli di studio validi. Oggi – concludono - per mantenere in piedi questo servizio parallelo lo Stato dovrebbe sborsare un bel pò di soldi per implementare l’organico dei dirigenti tecnici preposti ai controlli. Altro che principio di economicità. Chi vuole mandare il proprio figlio alla scuola paritaria è democraticamente libero di farlo, ma è giusto, in ossequio al dettato costituzionale, che paghi la retta senza alcun ulteriore onere per lo Stato».
Lina Latelli Nucifero