Cultura e Spettacolo

I Modà si congedano per un po' di tempo dal pubblico dei fan dei palasport

ROMA, 31 OTTOBRE 2011 - Il gruppo musicale milanese Modà chiude il tour Viva i Romantici con un saluto ai fan che dovranno attendere un periodo di tempo lungo non meglio precisato prima di poterli rivedere sul palco. [MORE]

Il leader della band Francesco Silvestre all’inizio del concerto del Palalottomatica a Roma con un filo di amarezza ha voluto rassicurare il numeroso pubblico intervenuto che una pausa dal rutilante mondo dei concerti avrebbe fatto comodo al gruppo per consentirgli rinnovare la vena poetica e concentrarsi su nuove sperimentazioni musicali. Ma sul finire del concerto alle ragioni artistiche dell’allontanamento dai palasport la voce dei Modà, particolarmente emozionato nel congedo dal pubblico, ha voluto aggiungere la vera notizia della serata: il cantante di Cascina Pessano ha annunciato di aspettare un bimbo dalla sua compagna e di rimpiangere di non esserle stato accanto durante la gestazione che sta per concludersi.

L’annuncio è stato l’occasione per fissare lo spartiacque nella carriera della band milanese, fino a questo momento molto legata all’evento live e destinata, almeno per un periodo di tempo, a lavorare maggiormente negli studi di registrazione. Simbolo di questa svolta artistica e biografica è la prossima uscita di un cofanetto biografico in cui si ripercorrono le tappe che hanno portato al successo la band milanese. Successo da cui lo stesso Silvestre ha voluto prendere le distanza, temendone l’ironia e la volatilità. La canzone Viva i Romantici, da cui prendono il nome l’ultimo tour e lavoro discografico e con cui i Modà hanno salutato il pubblico romano, rappresenta forse il primo manifesto programmatico dei Modà lasciato ai fan prima della pausa di riflessione: la canzone, differente nello stile dalle altre del repertorio del gruppo milanese, è una ballata dolce meno impetuosa delle altre interpretazioni consegnata al cerchio delle persone strette attorno alle storie di cinque ragazzi dell’hinterland milanese a proteggere dagli inganni e vanità di quella follia collettiva che è il pop.

 Emiliano Colacchi