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I migliori film del 2015

Una classifica dei migliori film del 2015: gli Oscar ed il Sundance Festival avevano avuto la vista lunga, ma c'è spazio anche per l'Orso e la Palma d'Oro, accanto a visionari exploit commerciali.

Leggi qui l'introduzione alla classifica dei migliori film del 2015!

15. Timbuktu di Abderrahmane Sissako. La polizia (islamica) può sparare: tragedia in un villaggio africano a poca distanza dalla capitale del Mali, raccontata con lucidità stilistica, ma con la metafora che spunta dalla cronaca e l'ironia che vien fuori tra le piaghe del dramma. Ha fatto incetta di Premi César in Francia.

14. 45 anni di Andrew Haigh.
Forte dell'affiatato duo di protagonisti veterani formato da Charlotte Rampling e Tom Courtenay, questa storia di una coppia che rischia di scoppiare alla soglia del 45esimo anniversario per i fantasmi del passato si avvale di una regia che la salva dal melodrammatico e lavora di fino: nelle immagini, nei dialoghi e nello splendido finale.

13. The Lobster di Yorgos Lanthimos. Sarà eccessivamente artato e fastidiosamente iper-nutrito del gusto dell'assurdo del regista greco, ma basterebbero il prologo schiantante ed il finale aperto per rendere conto del valore di un'opera discontinua ma coraggiosa.

12. Foxcatcher di Bennett Miller. Una storia vera di cui viene fatta, come da sottotitolo, una storia americana: l'assassinio del lottatore campione olimpico alle Olimpiadi del 1984 a Los Angeles Dave Schultz, avvenuta nel 1996 per mano dell'allenatore John du Pont. Steve Carell, vacuo e complessato, in una performance eccezionale, per una direzione senza fronzoli.

11. Leviathan di Andrei Zvyagintsev.
Finalmente un film drammatico solido e non soap-operistico, denso di simbolismo biblico, morale, politico nel raccontare la caduta di un uomo vessato dal potere e dal destino. Gelido ed implcabile, soprattutto nel cambio di passo tra prima e seconda parte. Golden Globe 2015 come migliore film straniero. [MORE]

10. Mustang di Deniz Gamze Ergüven. Sorelle recluse in casa e maritate a forza dalla nonna e dallo zio: Il giardino delle vergini suicide in Turchia? Molto di più, per l’equilibrio tra leggerezza dei toni e peso della denuncia; per il punto di vista della ragazza più giovane, che corrobora d’ironia il racconto; per la svolta thrilling dell’ultima mezz’ora. Opera prima da applausi.


(da sinistra in alto, in senso orario: Dheepan, Amy, The Tribe, dettagli di frame)

9. Amy di Asaf Kapadia. Documentario dell’anno, perché si concede in proporzione stupefacente il lusso che ogni documentarista sognerebbe: l’accesso a materiali inediti di primissima mano. La sua forza è dunque nell’autenticità, ma il montaggio, come già nel documentario su Senna dello stesso regista, sviluppa la storia con i ritmi serrati di un’appassionante cavalcata di fiction.

8. Dheepan di Jacques Audiard. La Palma d’Oro di Cannes è stata liquidata un po’ frettolosamente come premio di francesi ad un francese ed opera di Audiard non all’altezza di altre nella sua filmografia. In questa tragica storia d’immigrazione, ha forse gettato fumo negli occhi l'esplosiva seconda parte, ma per larghi tratti il film lavora con provocazione sottile, già dal soggetto: il soldato cingalese che arriva in Francia per salvarsi dalla guerra civile trova la guerriglia urbana alla periferia di Parigi.

7. The Tribe di Myroslav Slaboshpytskkiy. Interamente girato nella lingua dei segni, è forse il film più ardito dell’anno, di sicuro uno dei più crudi (vietato ai minori di 14 anni). Un giovanotto giunge in un istituto per sordomuti dove viene coinvolto in attività criminose. Se l'autore ucraino l'avesse asciugato di una mezz’oretta, sarebbe stato un capolavoro.

 

(da sinistra in alto in senso orario: Taxi Teheran, Me and Earl and the Dying Girl, Whiplash, dettagli di frame)

6. Taxi Teheran di Jafar Panahi. Orso d’Oro a Berlino, è un inno al cinema ed alla libertà. Girato interamente in un taxi per aggirare le restrizioni a cui il regista è sottoposto in Iran, è un film che conserva la propria umanità, senza puzza sotto al naso, nonostante l'altro valore politico ed intellettuale: merito dei dialoghi e delle idee, che ogni tanto servono – ancora – per fare buon cinema.

5. Whiplash di Damien Chazelle. Vincitore del Sundance 2014, è molto più di un film sul jazz: la storia del giovane batterista (Miles Teller) vessato (o educato?) dal rigido insegnante (uno strepitoso J.K. Simmons) incrocia le emozioni del coming of age artistico con l’adrenalina musicale e persino con la suspense del thriller drammatico.

4. Me and Earl and the Dying Girl di Alfonso Gomez Rejon. Vincitore del Sundance 2015, il film dell’ex assistente alla regia di Martin Scorsese è la più riuscita mistura di riso e pianto dell’anno cinematografico. Uscito in Italia col titolaccio Quel fantastico peggior anno della mia vita.

(da sinistra in alto in senso orario: Mad Mad: Fury Road, Inside Out, Birdman, dettagli di frame)

3. Inside out di Pete Docter e Ronnie Del Carmen. Un universo animato autoconcluso, in cui prendono forma le emozioni di una undicenne in una fase delicata della propria esistenza: diverte e commuove, con contenuti complessi tradotti in affascinante semplicità.

2. Mad Max: Fury Road di George Miller. Il film preferito da Quentin Tarantino nel 2015, nonché il film che sarebbe stato indicato come “capolavoro” se l’avesse girato lo stesso Tarantino. Un action fantascientifico mozzafiato ed allucinante.

1. Birdman di Alejandro Iñarritu. Vincitore di 4 premi Oscar e non a caso, perché ne funzionano tutte le parti, in un’unica visionaria visione: un Michael Keaton in stato di grazia, l’ardita regia con la ripresa in piano sequenza ininterrotto, la sceneggiatura brillante e caustica, la combinazione tra riflessione (sul rapporto finzione\realtà) e gustosa scorrevolezza.

Menzioni speciali

Miglior film italiano: Non essere cattivo di Claudio Caligari
Miglior film inedito: The Assassin di Hou Hsiao-Hsien
Miglior documentario inedito: Of Men and War di Laurent Becue-Renàrd
Miglior horror inedito: It Follows di David Robert Mitchell
Outsider italiano: Per amor vostro di Giuseppe Gaudino
Outsider straniero: Francofonia di Alexsander Sokurov
Film straniero più sopravvalutato: Inherent Vice di Paul Thomas Anderson
Film italiano più sopravvalutato: Mia madre di Nanni Moretti

Qui la classifica dei migliori film del 2014

Antonio Maiorino