Estero

I marò rimangono in Italia. La Farnesinia: «L'India ha violato il diritto internazionale»

ROMA, 11 MARZO 2013 - I marò non torneranno in India. Nel comunicato rilasciato dal ministero degli Esteri si legge che «l’Italia ha informato il Governo indiano che, stante la formale instaurazione di una controversia internazionale tra i due Stati, i fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non faranno rientro in India alla scadenza del permesso loro concesso». Latorre e Girone erano rientrati in Italia il 23 febbraio scorso per poter votare alle elezioni e sarebbero dovuti rientrare nello stato indiano in questi giorni.

«L'Italia ha sempre ritenuto che la condotta delle Autorità indiane violasse gli obblighi di diritto internazionale gravanti sull'India, in particolare il principio dell'immunità dalla giurisdizione degli organi dello Stato straniero e le regole della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare (Unclos) del 1982».[MORE]

«L'Italia ha ribadito formalmente al governo indiano, con la nota verbale consegnata oggi dall'Ambasciatore Mancini, la propria disponibilità di giungere ad un accordo per una soluzione della controversia, anche attraverso un arbitrato internazionale o una risoluzione giudiziaria».

La decisione, che ha formalmente aperto una importante controversia tra il nostro paese e l’India, è stata presa di comune accordo tra il mistero della Difesa e quello della Giustizia, in coordinamento con la presidenza del Consiglio dei ministri.

I due marò del Reggimento San Marco sono accusati  della morte di due pescatori indiani, Valentine Jalstine e Ajesh Binki, uccisi mentre i fucilieri svolgevano l’incarico di anti-pirateria sulla Enrica Lexie al largo della costa del Kerala. Latorre e Girone, secondo la loro versione, avrebbero fatto fuoco sui due pescatori perché li avevano scambiati per pirati. 

(Foto: lapoliticaitaliana.it)

Giovanni Gaeta