Economia

I lavoratori giudiziari aspettano da 20 anni una riqualificazione

CATANZARO, 31 OTTOBRE 20123 - I lavoratori del Ministero della Giustizia, Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria, sembrano essere invisibili. Tutto il personale degli Uffici Giudiziari, infatti - nonostante che con la propria attività quotidiana, nell'espletamento delle proprie attribuzioni e non solo, pur di mandare avanti la macchina della Giustizia nell'interesse della collettività, si assuma rilevanti responsabilità che molto spesso vanno ben al di la delle qualifiche rivestite, - non ha mai ottenuto una riqualificazione vera e propria che, attende oramai da circa un ventennio.

Questi lavoratori, dipendenti pubblici tutt’altro che “fannulloni brunettiani”, oramai stanchi di subire questa discriminazione che fa di loro gli unici cui è stata negata, da diversi lustri, la possibilità di una progressione di carriera e stanchi di essere considerati il “bancomat” degli ultimi governi, dicono BASTA a questo stato di cose.
Riunitisi in comitati spontanei - in quella mezz’ora solitamente dedicata alla pausa pranzo e consumazione di un panino -, attuano sit-in di protesta pacifica lungo tutta la Penisola.

Chiedono - e lo fanno anche con una lettera indirizzata al signor Presidente del Consiglio, al signor Ministro della Pubblica Amministrazione ed, ovviamente, al Ministro della Giustizia – una riqualificazione per legge.
Una legge che riconosca loro i propri meriti, per troppo tempo “volutamente” ignorati.

Da vent’anni, infatti, tanti governi, di centro-sinistra o di centro-destra si sono succeduti; spesso riconoscendo i meriti di questi lavoratori che, di anno in anno, anche a causa del blocco del turnover, hanno visto aumentare enormemente il proprio carico di lavoro, subendo allo stesso tempo una riduzione delle risorse (materiali ed economiche) a propria disposizione, ma non facendo, poi, nulla di concreto in loro favore.
Oggi, è necessario attuare un progetto di rilancio di tutta la Pubblica Amministrazione.

Non è più rinviabile, ad esempio, dare il giusto riconoscimento a quanti affiancano i giudici in udienza svolgendo con grande umiltà e alto senso del dovere il ruolo di “cooperatore”, rimanendo sconosciuti ed incompresi, rispetto al ruolo principe del Giudice.

Questa ingiusta, umiliante e oltraggoisa noncuranza, insieme al differimento sconsiderato e costante del riconoscimento dell’importanza di tali figure professionali - unitamente alla mancanza di una vera riforma della Giustizia -, rappresenta il vero male oscuro che sta uccidendo la giustizia italiana.

E’ necessario, perciò, aprire una seria trattativa mettendo sul tavolo, insieme ad un’ipotesi di riforma seria e definitiva, nel piatto dei soldi “veri” a disposizione dei lavoratori, non l’elemosina dei 14 euro lordi mensili (circa 8 netti) a testa, per adeguare gli stipendi dei lavoratori pubblici italiani agli standard Europei .

Se non si vuole correre il rischio di svuotare completamente gli uffici pubblici in generale e quelli giudiziari in particolare, con la conseguente paralisi totale della macchina della Giustizia, è indispensabile sbloccare il turnover, magari con un coraggioso “compromesso” con i lavoratori del pubblico impiego più anziani per favorirne il pensionamento anche a costo di proporre loro, per esempio, di rinunciare ad una parte della c.d. buonuscita da devolvere quale “anticipazione di contributi previdenziali e assistenziali” a favore del proprio figlio. In caso contrario, fra 10 anni – sempre che non si decida di prolungare ulteriormente, fino 80 e più, l’età lavorativa nella P.A. – negli uffici non rimarrà nessuno in grado per capacità mentali e forza fisica di portare avanti le pratiche d’ufficio.
E’ necessario, prima di attuare la mobilità in entrata da altri Ministeri, dar corso alla giusta riqualificazione di quanti, in silenzio, la attendono da anni.

Per questo, la CISAL, sindacato autonomo, che dialoga con tutte le forze politiche senza essere sottomesso a nessuno; rappresentativo in ben 6 degli otto comparti, con il suo Dipartimento Ministeri – P.C.M. e Sicurezza, è al fianco dei lavoratori che lottano per i propri sacrosanti diritti

La Cisal F.P.C. - Dipartimento Ministeri – Presidenza del Consiglio dei Ministri e Sicurezza -, invita tutti i lavoratori, giudiziari e non, che ancora non lo hanno fatto, ad unirsi a questi comitati spontanei pacifici di protesta, con coraggio ed impegno, senza lasciarsi fermare e tanto meno intimidire, da chicchessia![MORE]


Il Segretario Generale Il Responsabile Nazionale
Paola SARACENI UFFICIO COMUNICAZIONE
E RAPPORTI CON LA STAMPA E MEDIA
Antonello IULIANO

(notizia segnalata da antonello Iuliano)