Fantasticherie del cuore
I giovani non cadano nelle reti sbagliate!
Benedetto XVI, in un passaggio della udienza generale, di metà ottobre 2012 , ha così analizzato la realtà odierna: “Oggi viviamo in una società profondamente mutata anche rispetto ad un recente passato e in continuo movimento. I processi della secolarizzazione e di una diffusa mentalità nichilista, in cui tutto è relativo, hanno segnato fortemente la mentalità comune”. Il Pontefice emerito, come spesso rilancia Papa Francesco, ha poi osservato come nel contesto attuale la vita venga vissuta spesso con leggerezza, senza ideali chiari e speranze solide, all’interno di legami sociali e familiari liquidi, provvisori. [MORE]
In questa realtà sociale, in cui i giovani vengono conquistati con effetti speciali, si rischia di far spegnere, giorno dopo giorno, le loro formidabili capacità; la voglia di dar corso ai propri sogni; la speranza delle proprie attese; la messa in gioco dei talenti e dei carismi personali. Tutti i credenti dobbiamo essere mobilitati, nel ruolo che occupiamo, per fermare questo stato di cose.L’arcivescovo di Catanzaro-Squillace, mons. Vincenzo Bertolone, in una delle sue lettere annuali ai giovani universitari, auspicando in Calabria un miglioramento della qualità dell’offerta accademica, invitava loro a non rinunciare mai alla propria gioventù, ai propri valori, alla consapevolezza di essere protagonisti del presente e padroni del futuro.
L’illuminato Pastore calabrese ricorda sempre che la Chiesa vuole essere vicina alla volontà dei giovani per cambiare in meglio ciò che li circonda, esortandoli costantemente a tendere verso l’infinito amore di Dio. Nella lettera prima citata l’arcivescovo consegnava alle nuove generazioni una interessante citazione dello scrittore francese Antoine de Saint-Exupéry, autore de “Il piccolo principe”. Artista letterario che ha dato vita a pagine molto suggestive sul bene della libertà; dell’altruismo senza calcolo e preconcetti; dell’amore: “Se tu devi formare un navigatore, non devi insegnargli soltanto come si costruisce la barca, con le doghe, la pece, l’albero maestro con le mappe nautiche, ma devi cercare di instillare in lui la nostalgia del mare spazioso e infinito. Solo così avrai fatto un vero navigatore”. In questa formazione interiore la religione ha il compito di illuminare sempre il cammino degli uomini.
Il teologo Mons. Di Bruno, commentando un passo del vangelo di Luca, in merito ai farisei che approfittano della debolezza delle vedove e degli umili, sottolinea la stranezza della religione quando si serve di essa per il culto della propria persona. Nel mondo e in ogni suo contesto vi sono stati e ci saranno ancora i falsi profeti, gli approfittatori, i disonesti, gli imbroglioni, gli ipocriti, i sobillatori, i faziosi, i rivoluzionari, gli impuri di mente e di pensiero, i falsari della verità, i traditori della giustizia, i manipolatori delle coscienza. Le azioni quotidiane della vita pubblica e privata sono delle vere reti gettate nel mare del mondo, pescando ogni sorta di pesci.
Il sacerdote chiude così la sua riflessione: “Ad ogni uomo la responsabilità ultima di un discernimento nello Spirito Santo, in modo che la sua coscienza viva solo per la più pura e santa verità di Dio e dell’uomo”. I giovani vanno aiutatati a non cadere nelle reti sbagliate.
Egidio Chiarella
Seguici anche su Facebook Troppa Terra e Poco Cielo