Interviste
I Giganti, intervista all'autrice Giusy Staropoli Calafati
Catanzaro, 11 Aprile - 'I Giganti' è una bellissima favola che nasce dall'amore della scrittrice calabrese Giusy Staropoli Calafati per i bambini, per la sua terra e le sue tradizioni e per le donne e gli uomini che con il loro sudore, i loro sacrifici e la loro arte hanno dato lustro alla Calabria e hanno cercato di renderla una madre generosa con i propri figli e accogliente con chi vi è giunto da altri luoghi.
I giganti sono fantocci con la testa di carta pesta mantenuta da un'impalcatura di legno che funge da corpo, ricoperta da lunghe vesti colorate. Vengono caricati sulle spalle dei ballerini e fatti girare per le vie del paese. La bellissima gigantessa Mata e il burbero gigante Grifone hanno per secoli accompagnato le fantasie dei bambini della Calabria tirrenica meridionale e della Sicilia orientale. Essi aspettavano le feste di Agosto per correre dietro ai due giganti che, scambiandosi intensi sguardi d'amore, ballavano per le vie dei paesi e delle città al ritmo imposto dai maestri tamburinari. Quando e come questa tradizione ha avuto inizio non è chiaro e, nella prefazione, lo scrittore Santo Gioffrè ci spiega che forse risale al 1061, giunti da Messina in Calabria come testimoni della liberazione della Città da parte di Ruggero il Normanno dai Saraceni o, forse, nel 1535 quando l'imperatore Carlo V, dopo aver sconfitto i pirati del Moro Kair-Ad-Din e distrutto Tunisi, nel raggiungere Bologna, attraversò la Sicilia e la Calabria facendosi precedere da un corteo trionfale e sbalorditivo in cui sfilavano grandi macchine, archi trionfali e figure gigantesche trascinate a spalla e fatti muovere a ritmo dei tamburi. La gente dei luoghi assorbì questo evento nel proprio patrimonio culturale rinnovandolo ogni anno attraverso la costruzione di grandi macchine, le Varie, che ancora oggi, in alcune città, si possono ammirare. Mata, cristiana, Grifone, musulmano, e il loro amore ci ricordano che la nostra è una storia di contaminazione tra i popoli e le diverse culture del Mediterraneo e che l'accoglienza e l'integrazione devono essere sempre il nostro obiettivo perché, come ci scrive Santo Gioffrè, il nostro pensiero deve saper volare oltre le banalità dei luoghi comuni.
Questa favola, però, non ci parla solo di Mata e Grifone, ma ci racconta anche la storia di Domenico Famà, in arte mastru Miciu u gigantaru, che ha vissuto nello stesso paese della scrittrice, la quale ha potuto personalmente ammirare la sua passione e la sua arte. Saverio Fontana ha incontrato l'autrice, Giusy Staropoli Calafati, per i lettori di infooggi.it.
Giusy, per la prima volta la tua scrittura si rivolge direttamente ai bambini attraverso una favola. Come è nata questa idea e qual è il tuo intento?
L’idea nasce da una gioia che I Giganti mi hanno sempre fatto provare. Gioia e paura allo stesso tempo potrei dire. Il ballo dei giganti e il mitragliare dei tamburi, trapassano l’anima. Vivo i giganti da quando sono bambina. E adesso che sono grande e vedo ancora tanti bambini andare dietro a questi due fantocci di cartapesta, mi riporta indietro nel tempo. Un tempo, che mi son detta: allora non è mai finito!. Quindi ho pensato che scrivere una favola che avesse come protagonisti Mata e Grifone, concorresse e a pieno titolo alla mia opera di promozione e riscoperta dell’ appartenenza e dell’identità e parlando questa volta al pubblico più piccino. L’intento infatti, è quello di far scoprire ai bambini, attraverso la figura dei giganti, la consapevolezza di quanto importante e bello sia mantenere le tradizioni e quanta favola è conservata in esse.
Cosa rappresentano per te i Giganti?
I Giganti rappresentano la mia infanzia. L’età più bella. Quella in cui la gioia diventa anche paura e viceversa. E ancora oggi li vado cercando. Perché nel loro ballo ho sempre conservato un pezzo della bambina che ero e che viene fuori in tutte le feste, quando incontro da vicino proprio Mata e Grifone.
Il nostro paese sta vivendo un momento difficile per l'accoglienza e l'integrazione dei migranti. Cosa possono insegnare ai bambini Mata e Grifone?
Quella di Mata e Grifone è una bellissima storia d’amore. Ma ancora prima è una storia di inclusione e accoglienza. Lui un re moro, venuto dall’Africa, dalla pelle nera e di religione musulmana. Lei una regina messinese, dalla pelle rosa e di religione cristiana. Una convivenza che è possibile. Una storia che insegna a non aver paura di accogliere, ma quanto invece l’accoglienza possa essere importante e possa diventare addirittura storia di identità.
Nella storia si narra anche di Domenico Famà. Chi era?
Domenico Famà, in arte Mastro Miciu, era un grande gigantaro. Un uomo arrivato dalla Sicilia e sbarcato in Calabria con gli sfollati del secondo dopoguerra e vissuto proprio al mio paese. È grazie a lui, che da più di 70 anni, abbiamo una grande tradizione gigantara. Fu proprio Famà a introdurre il mito dei giganti, acquistando in un piccolo paesino vicino una vecchia coppia di fantocci, che oggi raccontano oltre 100 anni di storia. Un uomo stravagante, un po’ naif, che con i suoi grossi baffi a manubrio è rimasto nella mente e nel cuore di tutti quelli che lo hanno conosciuto, e grazie a questa favola sta entrando nella memoria e nel cuore di tantissimi bambini calabresi a cui con orgoglio e fierezza lo presento.
Questa favola ti sta facendo vivere un'esperienza straordinaria attraverso i tantissimi laboratori a cui stai partecipando con i bambini in tutta la Calabria. Quali ricchezze ne stai ricavando?
Questo libro, è vero, mi sta facendo vivere un’esperienza meravigliosa. Incontro tutti i giorni centinaia di bambini nelle scuole e anche fuori. Con loro diamo vita a un laboratorio di lettura animata dove il libro diventa lo strumento e i giganti della favola l’opportunità di fare festa. Sono tante le scuole che hanno aderito e molte quelle che intendono introdurre nel loro percorso di lettura il libro dei Giganti. La ricchezza più grande che questo libro riesce a darmi è la riconoscenza di grandi e piccini per aver dato loro l’opportunità di conoscere da vicino Mata e Grifone e scoprire dall’interno il loro mondo. Un mondo spesso misconosciuto e al quale anche noi invece apparteniamo.
Sei una mamma, una lavoratrice ed una scrittrice dal cuore grande. In questo momento sei impegnata a favore di Orlando Fratto 'il Guerriero', il ragazzo di Soverato che sta combattendo contro una brutta malattia la cui unica speranza di sopravvivenza è un intervento costosissimo che si può fare solo negli Stati Uniti. Ci puoi parlare della tua iniziativa? [MORE]
Quando sono venuta a conoscenza della storia di Orlando, mi sono sentita soprattutto madre. E ho utilizzato il mio essere scrittrice per un fine che ho ritenuto tra i più importanti a questo mondo: la vita. La vita di questo giovane. Ho infatti messo a disposizione un mio libro, pubblicato nel 2013, e dedicato alla mistica calabrese Natuzza Evolo, dal titolo NATUZZA EVOLO- due chiacchiere con Maria, i cui ricavati delle vendite andranno a favore della Onlus di Orlando Fratto, che mentre io rispondo a questa intervista sta volando verso gli Stati Uniti per subire la delicata e costosissima operazione che può ridare speranza e vita, alla sua vita. Non ho fatto nulla di straordinario credo. Solo mi sono sentita madre di Orlando pure io e ho cercato di dare con i miei limiti e le mie possibilità, una piccola speranza alla sua voglia grande di continuare a vivere. Il libro ha un costo di €10. Ogni copia venduta sarà per Orlando un giorno in più di vita. Tanti stanno aderendo all’iniziativa e spero che molti altri lo facciano. Tante iniziative a favore del guerriero di Soverato sono partite in Calabria. Ed è bello tutto questo. Anzi è bellissimo. La vita va sostenuta, non ci si può tirare indietro. Tanti piccoli gesti, ne fanno una grande. Come i libri. Tanti libri costruiscono una vita.
Saverio Fontana