I furbetti del virus, prezzi mascherine anche piu del 6000%
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I furbetti del virus,prezzi mascherine anche +6000%. Gdf, 60mila sequestri dal 22 febbraio. Coinvolte anche farmacie
ROMA, 16 MAR - C'è il sarto che ha ritagliato tessuti qua e là e messo in vendita le mascherine a 7 euro l'una, ovviamente fuori norma; c'è la farmacia con il cartello 'esaurite' salvo poi darle per 'soli' 35 euro a chi era disposto ad andare nel retrobottega; c'è chi su internet ha messo in vendita una confezione da 50 pezzi a 80 euro, con un ricarico del 4mila per cento e la parafarmacia in provincia di Napoli che era arrivata fino al 6mila%. Così come il mercato nero ha sempre prosperato in tempi di guerra, nell'Italia dei furbetti non poteva mancare chi ha approfittato dell'emergenza e del paese sospeso per truffare il proprio vicino di casa, il collega di lavoro o, semplicemente, il suo concittadino.
Dal 22 febbraio, il giorno prima che entrasse in vigore il primo decreto del governo che dichiarava zona rossa 10 comuni del lodigiano e Vo' Euganeo, la Guardia di Finanza ha iniziato un monitoraggio a tappeto proprio per tentare di arginare chi ha pensato bene di far soldi sulla pelle degli italiani. 60mila sono i prodotti sequestrati, 5mila dei quali in dogana, tra mascherine, guanti e gel igienizzanti. L'ultima operazione è di stamattina: il Nucleo tutela privacy e frodi tecnologiche ha sequestrato 36 pagine di venditori che su Amazon ed E-Bay offrivano i prodotti sanitari con un rincaro, rispetto ai prezzi praticati a gennaio, tra il 150 e il 1000%. L'aumento di prezzo, oltre alle mascherine, ha riguardato anche l'amuchina: tra il 300 e il 600%. Gli accertamenti hanno portato alla denuncia di 16 venditori italiani e 28 stranieri: rischiano fino a 3 anni di reclusione e una multa fino a 25mila euro per manovre speculative su prodotti di prima necessità. Non era da meno il titolare di una parafarmacia di Varcaturo, in provincia di Napoli: i finanzieri hanno trovato 10mila mascherine in vendita ad un prezzo che oscillava tra il 300 e il 6150% in più rispetto a quello praticato in tempi 'normali'. Il negoziante aveva acquistato delle maxi confezioni e poi aveva riconfezionato le mascherine in buste singole. Tutti i pezzi sono stati ceduti al valore di mercato all'ospedale Cotugno di Napoli, mentre la parafarmacia è stata sequestrata. A Lametia Terme, invece, ne hanno sequestrate 900 del modello ffp 2: erano in vendita in due supermercati - entrambi riconducibili ad un'unica società - a 15 e 11 euro, nonostante fossero state pagate 35 centesimi l'una, con un ricarico del 2.142%. Le mascherine, tra l'altro, erano 'nascoste' in dei cartoni sotto le casse e venivano venduti solo su specifica richiesta. Nascoste erano anche quelle in vendita in una farmacia di Guidonia, uno degli esercizi commerciali indispensabili che dovrebbero essere in prima linea nell'aiuto alla popolazione: il titolare aveva affisso il cartello 'mascherine esaurite', salvo poi averne 228 e venderle in nero a 35 euro l'una. Ancora, a Trentola Ducenta, in provincia di Caserta, una parafarmacia aveva sopperito alla carenza di dispositivi di protezione individuale realizzandone direttamente con materiale scadente tenuto insieme con degli elastici, con tanto di codice a barra falso. Trenta sono state invece le perquisizioni effettuate in una settimana in 22 comuni tra le province di Bari e Barletta Andria Trani: ne sono scaturiti sequestri per 35mila pezzi e un valore di 220mila euro. Poi ci sono quelli che hanno puntato sul mercato internazionale. Alla dogana di Chiasso, tra il 5 e il 10 marzo, sono stati fermati due tir: uno aveva a bordo 800mila guanti monouso, un altro 40mila guanti in lattice e 120 mascherine Ffp2. Carico ovviamente sequestrato e consegnato alla protezione civile della Lombardia.