Parola e Fede
I due diventeranno una sola carne
22 APRILE 2012 - Risponde il sacerdote Nicola de Luca alla domanda di Mattia e Anna, futuri sposi.
R. Carissimi, vi rispondo con le pagine della Scrittura:[MORE]
<<Nel timore di Cristo, siate sottomessi gli uni agli altri: le mogli lo siano ai loro mariti, come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, così come Cristo è capo della Chiesa, lui che è salvatore del corpo. E come la Chiesa è sottomessa a Cristo, così anche le mogli lo siano ai loro mariti in tutto. E voi, mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola con il lavacro dell’acqua mediante la parola, e per presentare a se stesso la Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata. Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo: chi ama la propria moglie, ama se stesso. Nessuno infatti ha mai odiato la propria carne, anzi la nutre e la cura, come anche Cristo fa con la Chiesa, poiché siamo membra del suo corpo. Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne. Questo mistero è grande: io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! Così anche voi: ciascuno da parte sua ami la propria moglie come se stesso, e la moglie sia rispettosa verso il marito. >> Ef 5, 21-32
Le parole di Paolo vi mostrano quanto grande e sublime sia la vostra chiamata alla vita coniugale ma vi indicano anche il retto sentiero affinché questa possa esser gradita Dio. La via è una sola: amarsi come Cristo ha amato la Chiesa. Notate bene che qui si va ben oltre il semplice sentimento o la vita affettiva vissuta insieme. Nel sacramento del matrimonio vi è una grazia tutta speciale che il Signore vi dona: la capacità di vivere ogni giorno indissolubilmente le vostre nozze con un amore fedele, inesauribile e fecondo. Il termine di paragone della vostra vita deve essere l'amore che Cristo ha per la sua Chiesa e viceversa. I due amori sono un amore solo che si chiama rispetto, cura, fedeltà, comunione, offerta e dono reciproco di sé.
Carissimi, mai come oggi dove il mondo dimentica la Parola di Gesù è necessario ritornare alla sorgente sacramentale dell’istituto familiare. Il Signore ha bisogno di donne ricche di carismi e talenti il cui rispetto della dignità è incontrovertibile, che arricchiscano il sociale come madri cristiane di famiglia, donne forti e generose, ricche di fede e di carità che uniscano alla virtù della mitezza quella della prudenza e saggezza. Donne che animino il lavoro e le varie istituzioni di spirito apostolico. Il Signore ha bisogno altresì di uomini giusti, onesti, fedeli, integri e autorevoli che vengano posti a capo della famiglia come guide sagge per i loro figli sul modello di san Giuseppe. Retti e responsabili nella fatica quotidiana. Ogni vera, autentica e genuina prima educazione cristiana e, di conseguenza, autenticamente umana avviene nel contesto familiare lì dove in comunione di intenzioni e di opere il Vangelo diviene l’unica regola di vita. In tale prospettiva avremo giovani sani, maturi, santi pronti a loro volta ad assumere ogni responsabilità che la vita richiederà loro. E’ dalla Parola del Cristo che la famiglia deve ripartire se vuole riconquistare la sua insita dignità e se vuol produrre per sé e per il mondo frutti di santità. Senza Cristo e la sua Parola ogni umana convivenza diviene solo connubio o semplice rapporto di affetti o sentimenti destinati a scemare nel tempo.
Amatevi gli uni gli altri.
don Nicola De Luca
Si ricorda che ognuno può porre i propri dubbi, i propri interrogativi scrivendo al seguente indirizzo di posta elettronica parolaefede@infooggi.it