Cronaca

Guida UIL alle imposte, tributi, province

CATANZARO 11 FEB. 2012 - Quanti sono i cittadini che conoscono chi è il destinatario dell’Imposta Provinciale di Trascrizione (IPT)?
E quanti coloro che sono al corrente del funzionamento dell’imposta?
Quanti tra questi sanno che tale imposta può essere maggiorata nella base imponibile del 30%?
Quanti automobilisti sono informati sul fatto che sulla loro polizza assicurativa RCA si paga una Imposta fissa del 12,5%?


E sanno gli stessi automobilisti chi ne è il beneficiario?
Quante imprese commerciali, artigiane, commerciali e uffici/studi professionali sono a conoscenza del fatto che sulla loro bolletta dell’energia elettrica grava un’Addizionale pari a 9,30 euro per ogni mille kilowatt consumati?


Sono a conoscenza che la stessa può essere aumentata fino a 11,40 euro ogni mille kilowattori? E chi è il destinatario di tale gettito?
Quante famiglie e imprese sono al corrente, che sulla loro bolletta dei rifiuti si paga il TEFA, acronimo di Tributo Provinciale per l'esercizio delle funzioni di tutela, protezione igiene dell'ambiente, e che questo grava sulle loro bollette per un’aliquota che può variare dall’1% al 5%?
Sanno chi è il destinatario di tale sovratassa?
E la tassa sui passi carrabili (TOSAP)?
Sono queste tutte imposte che, insieme ad altri tributi, vanno ad alimentare le casse delle Province.
Il più delle volte, tra l’altro, i cittadini, ignorano sia come si applicano, che l’Ente beneficiario dei proventi.
Imposte che oggi valgono complessivamente, per le casse delle Amministrazioni Provinciali, oltre 4,8 miliardi di euro.[MORE]


In particolare, dall’Imposta sulla RCA le Province incassano ogni anno 2 miliardi di euro; dall’IPT 1,1 miliardi di euro; dall’Addizionale Provinciale sull’energia elettrica 839 milioni di euro; dal TEFA 289 milioni di euro; dagli altri tributi (TOSAP, Tributo in discarica, compartecipazione IRPEF) 541 milioni di euro.
Per quanto riguarda l’IPT, che rappresenta il 17,4% del totale delle entrate proprie delle Province, 49 di esse hanno deliberato un aumento del 30%, tra cui: Ancona, Bologna, Catanzaro, L’Aquila, Milano, Palermo, Potenza e Torino.


Pertanto, in queste Città, per una trascrizione al PRA di una utilitaria si pagano 196 euro.
45 Province una maggiorazione del 20%, tra cui: Bari, Cagliari, Campobasso, Genova, Napoli, Roma, Trieste, Venezia.
In queste Città, pertanto, per la trascrizione al PRA si pagano 181 euro.
Mentre 6 Province hanno deliberato una maggiorazione compresa tra il 10% ed il 29% e, tra queste Perugia (26%).


Infine 6 Province non hanno deliberato nessuna maggiorazione tra cui: Aosta, Bolzano, Firenze e Trento.
In queste Province si paga la tariffa base per una trascrizione fissata per un’utilitaria a 150,81 euro.
E’ a Roma, la Provincia, dove si registra il gettito maggiore con 109,3 milioni di euro; seguita da Milano con un gettito di 79,2 milioni di euro; Torino con 63,4 milioni di euro; Napoli con 46 milioni di euro; Brescia con 26,3 milioni di euro.
Per quanto concerne l’Imposta sulla RCA, da sola, rappresenta il 41,3% del totale delle entrate proprie delle Province.


Fino a quest’anno si trattava di una semplice devoluzione alle Province, del gettito dell’imposta (aliquota 12,5%), ma con il Decreto Attuativo sul federalismo fiscale già a partire dal 2011 ogni Provincia potrà aumentare o diminuirne del 3,5% l’aliquota.
Tra l’altro questa imposta è detta dinamica, in quanto la base imponibile è il premio assicurativo.
Pertanto, se aumenta il premio assicurativo, vuoi per gli aumenti “fisiologici” o in presenza del “bonus-malus”, aumentano, anche ad invarianza dell’aliquota, i proventi per le Province.
E’ a Roma, ad oggi, la Provincia, dove si registra il gettito maggiore con 175,3 milioni di euro; seguita da Milano con 128,8 milioni di euro; Napoli con 85,2 milioni di euro; Torino con 80,5 milioni di euro; Brescia con 49 milioni di euro.


Mentre per quanto concerne l’Addizionale sul consumo dell’energia elettrica, il cui gettito dal 2012 sarà di competenza dello Stato, essa rappresenta il 17,4% del totale delle imposte e tasse delle Province.
In particolare sono 86 le Province che hanno deliberato la maggiorazione dell’Addizionale tra cui: Ancona (10,85 euro ogni mille kilowattori); Bologna (11,40 euro ogni mille kilowattori); Cagliari (11,36 euro); Campobasso (11,36 euro); Catanzaro (11,36 euro); Milano (11,40 euro); Palermo (11,36 euro); Perugia (11,36 euro); Potenza (11,36 euro); Torino (11,36 euro); mentre Roma, Napoli e Firenze applicano l’aliquota base (9,40 euro).


La Provincia con il maggior gettito è Milano con 63,6 milioni di euro; seguita da Roma con 45,3 milioni di euro; Torino con 36,3 milioni di euro; Napoli con 28 milioni di euro; Brescia con 22,7 milioni di euro.
Per quanto riguarda il TEFA, invece, esso rappresenta il 6% del totale delle entrate proprie delle Province.
La stragrande maggioranza delle Province (86 Amministrazioni), applica l’aliquota del Tributo Provinciale Ambientale più alta (5%), mentre a Prato si applica l’1%; a Brescia l’1.5%; a Siracusa il 2%; a Pisa il 2,5%; a Ragusa, Enna, Firenze, Treviso e Taranto il 3%; ad Oristano e Livorno il 3.5%; a Catania, Messina, Agrigento, Avellino, Lucca e Foggia il 4%; ad Arezzo il 4,7%; mentre la Provincia di Latina applica un’ aliquota diversificata dall’1 al 5% a seconda della percentuale di raccolta differenziata attuata dai Comuni.
E’ Roma la Provincia che incassa di più da tale tributo con 24 milioni di euro l’anno; seguita da Milano con 20,2 milioni di euro; Napoli con 20 milioni di euro; Torino con 15,7 milioni di euro; Catania con 14,5 milioni di euro.


Cambierà questa situazione con il federalismo fiscale e si renderà più trasparente il rapporto tra fisco e cittadini?
Si attuerà il principio di responsabilità degli amministratori locali riassumibile nello slogan “pago, vedo, voto”?


Qualcosa certamente cambierà: si rivedrà la base imponibile per l’IPT; si da facoltà alle Province di aumentare l’Imposta RCA; si confermano tutti gli altri tributi, all’infuori dell’addizionale sull’energia elettrica accentrata nelle casse dello Sato e sostituita da una compartecipazione al Bollo auto.
Non convince, tra l’altro, il rafforzamento di tutto l’impianto dei tributi e compartecipazioni destinato alle Province, soprattutto per quanto riguarda i tributi collegati al trasporto su gomma; l’impressione è che, da Ente che doveva essere soppresso o rivisto, la Provincia vedrà rafforzato il proprio ruolo.

Auspichiamo, quindi, che la politica tutta sia questa volta coerente e applichi finalmente ciò che è nelle previsioni della premessa del DLGS attuativo sul fisco provinciale e cioè: l’abolizione o, almeno, la razionalizzazione delle Province semplicemente destinando loro le risorse esclusivamente per le funzioni che devono svolgere.