Economia
In guerra vittime lo siamo tutti.
La guerra colpisce tutti sia come vittime dirette che come danni collaterali ambientali ed energetici. Nella vicenda della morte di Daryia Dugina figlia del filosofo nazionalista Alexander Dugin di certo vi è stata molta oscurità. Gli USA sul New York Times dichiarano che “non hanno preso parte all’attacco, né fornendo informazioni né con altre forme di assistenza.” Addirittura i servizi americani non erano a conoscenza di nessuna tipologia di operazione finalizzata ad eliminare Dugin.
Gli Usa hanno dichiarato la complicità ucraina nel coinvolgimento dell’omicidio. Dal lato Ucraino vi è la negazione nel coinvolgimento del governo subito dopo l’esplosione. Di certo è che la guerra non dovrebbe essere fatta a donne e bambini. In tale circostanza lo Stato russo non ha risposto in modo specifico alla provocazione ma si teme che tali attacco di alto contenuto simbolico e politico potrebbe far si che anche Mosca possa eliminare i funzionari Ucraini inasprendo ancora di più il conflitto in corso e impedendo il dialogo e la via della pace.
Da questa vicenda qualcosa è cambiato nelle relazioni Usa-Ucraina in quanto gli stessi non hanno gradito la mancanza di trasparenza, in merito all’organizzazione e attuazione di piani militari o di operazioni segrete lanciate direttamente sul suolo russo. Iservizi di sicurezza ucraini hanno dimostrato di essere implacabili,senza moralità o senso di onore nel compiere tale attacco e anche codardi, perché l’attentato o l’avvelenamento o l’utilizzo di mezzi analoghi sono la via del terrorismo.
Successivamente abbiamo assistito a un nuovo attacco terroristicoal ponte in Crimea rivendicato prima dall’Ucraina, sia dai suoi servizi segreti, che dalla popolazione.Mediante i media gli ucraini hanno ridicolizzato la Russia in modo provocatorio, innescando una nuova escalation nel conflitto.
Tali pratiche usate dall’Ucraina oltre a violare una serie di normative internazionali e codici di condotta ben definiti che impongono ai soldati di non superare determinati limiti, sono un crimine contro l’umanità in quanto, colpiscono vittime civili non legate alla guerra. Vedasi la Decisione quadro 2002/475/GAI del Consiglio Unione Europea che introduce il reato di terrorismo.In base a tale normativa tuttora in vigore le azioni ucraine descritte sarebbero da condannare a livello internazionale ed europeo, cosa che non è accaduta.
Da qui, come ritorsione la Russia ha lanciato oltre 4000 missili di vario genere sul suolo Ucraino e ne sta lanciando altri colpendo infrastrutture energetiche e obiettivi definiti prioritari. Zelenski ha deciso quindimediante decreto di proibire ogni trattativa o dialogo con la Federazione russa ma di aver bisogno solo di ulteriori armi(come i missili a lunga gittata)per proseguire e vincere la guerra.Col rischio di innescare una guerra atomica che distruggerebbe l’intera Europa. Non sono queste le condizioni per mettersi a un tavolo delle trattative per il raggiungimento di accordi di pace.Nuovi e ripetuti rad di missili russi sulle cittadine di Kiev,Odessa, Leopoli con possibili blackout. Presso la cittadina di Nikopol vi è stato un bombardamento con sistema missilistico multiplo che ha danneggiato centrali e gasdotti.
Ora dobbiamo chiederci se un Capo di Stato come Zelenski che crede di lasciare la sua orma nei libri di storia fa il bene del suo popolo costringendolo alla fame e alla crisi energetica.Forse secondo me persegue solo la ricerca di un’ immagine di se stesso che raccolga fama e gloria internazionale. Può dirsi portatore di democrazia e difensore di democrazia colui che nel proprio Stato ha soppresso ed eliminato dal governo ben 11 partiti ritenuti di ostacolo al suo potere incontrastato?
Recentemente il presidente Zelensky ha chiesto all’Italia “ armi di difesa aerea” che andranno soltanto a inasprire ulteriormente il conflitto, nel mentre la Russia accusa l’Ucraina di utilizzare bombe sporche come mezzo di difesa. Tutto ciò è segno di una radicale escalation che porterà la guerra a livelli estremi di crudeltà e distruzione.
Occorre intervenire subito a livello internazionale.
Al fine di poter raggiungere accordi di pace saldi e duraturi e non accordi precari che possano essere stracciati nei tempi avvenire, occorre garantire la neutralità dello Stato Ucraino, inteso come una fascia di non espansione della Nato verso est, la rimozione del suo attuale presidente con una figura più moderata e incline al dialogo e la garanzia che i territori ucraini a maggioranza russofona restino alla Russia come anche la Crimea.
Non possiamo permetterci ulteriori giorni di guerra. La guerra secondo modalità indirette si sta espandendo o rischia di estendersi ad altri Stati. Vedasi l’Iran attualmente sotto accusa da Onu, Nato per aver fornito uomini e droni alla Russia con la conseguenza che le Nazioni Unite sanzionino lo Stato Iraniano dando cosi origine a un nuovo fronte di instabilità. Si va sempre di più verso un conflitto di proporzioni globali. A mio avviso dovrebbero intervenire le Associazioni o gli enti che si occupano di pace nel mondo quali ONU che ha come scopo da suo statuto fondativo quello di promuovere e mantenere la pace e la sicurezza, sviluppare relazioni amichevoli tra le nazioni e promuovere la cooperazione internazionale e il rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, nonché dell’autodeterminazione dei popoli. In tale ottica le regioni del Donbass e i territori con popolazione russa dovrebbero essere liberi di staccarsi dallo Stato Ucraino.
Oltre all’Onu potrebbe intervenire come mediatore il Consiglio mondiale per la pace che si interessa di sovranità, indipendenza dei popoli, coesistenza pacifica, contrasta la guerra e le armi e qualsiasi forma di discriminazione.
Tali enti dovrebbero agire immediatamente per intavolare trattative tra i due governi in guerra per evitare l’apertura di un conflitto mondiale anche di tipo nucleare.Attualmente assistiamo a una serie di proteste da parte di molte popolazioni europee quali ad es. quelle avvenute in Germania o in Francia per far finire la guerra e aprire trattative. Anche alcuni leader europei cominciano a dubitare delle scelte fatte e a tirarsi indietro, ma vi è di più almeno 30 senatori degli USA stanno spingendo il Presidente Biden a negoziare.
Chi mai potrà convincere Biden che dispone di atomiche nelle varie basi Europee, ad intavolare quel dialogo che già la Russia chiede da più tempo? Chi potrà influire sulle rigide posizioni di Zelenski cristallizzate, pietrificate su se stesse? Nemmeno la rappresentazione della popolazione , di un’Europa, colpita a morte dall’esplosione nucleare.
Marco Rispoli