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BOLOGNA, 29 APRILE - Come già avevamo intuito nei giorni scorsi il caso Libia rischia di provocare una crisi di governo.
Infatti alle rassicurazioni del capogruppo leghista alla Camera, Reguzzoni, a Canale 5, "Nessuna divisione, la contrarietà alla guerra è condivisa da tutti", fanno eco i titoli della "Padania" di oggi. "Sulla Libia il Carroccio non arretra" perché "bombe uguale più clandestini".[MORE]
Ieri, il Premier nel corso di una cena, in base a quanto riferito da alcuni partecipanti, non ha nascosto di essere sorpreso, amareggiato e anche irritato sulla contrarietà della Lega ai bombardamenti.
La situazione libica è quindi sempre più intricata non solo per quanto riguarda i risvolti internazionali ma anche per gli effetti che potrebbe avere sulla tenuta del governo.
Tenuta del governo che verrà messa alla prova il tre maggio. Infatti, il Pd ha annunciato di aver depositato alla Camera una mozione (che si aggiunge a quelle depositate da Udc e Idv) che farà si che le modalità dell'intervento italiano nell'ex colonia siano oggetto di una votazione, anche se gli schieramenti al momento del voto dipenderanno molto dal testo del documento.
In realtà le indiscrezioni, rilanciate anche dal "Giornale", parlano di un Premier irritato con il Ministro dell'Economia Giulio Tremonti, sospettato di essere il "mandante" delle prese di posizione del Carroccio.
Ai dubbi leghisti dovuti al "pericolo clandestini" si aggiungono poi i dubbi legati al costo dell'operazione libica.
Infatti, il deputato Maurizio Fugatti in commissione Finanze della Camera ha dichiarato: "non vorremmo si decidesse di aumentare magari la benzina per andare a finanziare l'interventismo italiano, è una questione che ci preoccupa".
Simone Luca Reale