Editoriale

Guerra in Libia: il retroscena di un conflitto "necessario"

MESSINA, 21 MARZO - L'Italia interviene direttamente nella crisi libica a fianco della coalizione internazionale, che attraverso il mandato dell'Onu, cercherà di neutralizzare gli apparati militari del sanguinario colonnello Gheddafi.

L'Opinione pubblica mondiale è rimasta impressionata dal numero di missili cruise (terra-aria) impiegati dalle forze navali degli Alleati. La Lega Araba ha definito sproporzionata la risposta bellica dell'Occidente, rilevando che forse si è andati ben oltre il tentativo di far rispettare la No-fly zone. Tuttavia era illusorio immaginare che i Paesi “volenterosi” volessero semplicemente svolgere un ruolo di polizia sui cieli libici; si tratta di una vera è propria guerra che ha come scopo finale quello di sovvertire il regime del Rais. [MORE]

Parlare di una guerra necessaria è sempre cosa ardua, infatti oltre alle motivazioni di natura morale e umanitarie esistono implicazioni di carattere economico. L’intervento repentino dell’aeronautica francese profumava tanto di eroismo; meno eroico è il ruolo che potrebbe svolgere la Total (compagnia petrolifera francese) nello sfruttamento delle risorse energetiche libiche, in un’eventuale dopo-Gheddafi.

L’Italia era forse lo stato europeo con maggior interesse ad evitare lo scontro militare con Tripoli, visti gli investimenti dell’Eni in Libia e gli atteggiamenti servili e compromettenti del nostro presidente del Consiglio nei confronti del Rais; tuttavia davanti ad una risoluzione Onu e alla determinazione di paesi come Gran Bretagna e Francia, non restava altra possibilità che assumere un ruolo attivo nel conflitto.

Nonostante esistano anche dei sentimenti non proprio nobili alla radice della “campagna di Libia”, Gheddafi resta un dittatore cruento che ha sempre rappresentato un ostacolo per la pacifica convivenza tra Stati, utilizzando anche la vile arma del terrorismo. Diventa quindi indispensabile che l’Europa si mostri compatta finché sarà raggiunto lo scopo di detronizzare il Colonnello. Un individuo che ha bombardato senza pietà il suo stesso popolo, uccidendo circa ottomila persone non deve restare impunito, tantomeno gli si può concedere di continuare a governare una Nazione nel Mediterraneo attraverso la sanguinaria repressione dei dissidenti al regime.

Fabrizio Vinci