Guardia di Finanza all'assalto: confiscati beni della mafia barese
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Bari, 09 NOVEMBRE 2011- Il lato migliore dei PACCHETTI- Sicurezza si vede prima di tutto da qui. La notizia è quella dei beni ( 6 miliardi di vecchie lire, 3 milioni e 113 mila euro attuali) confiscati alla mafia dei Parisi-Stramaglia di Bari per rientrare, di diritto, nel Patrimonio di Stato. Come questo sia avvenuto, lo spieghiamo con la morte, 2 anni fa ormai, di un noto imprenditore di Valenzano (paesino vicino il capoluogo pugliese) proprietario di imprese immobiliari –specialmente- nei territori anche confinanti di Bari e Cellamare.
Il soggetto in questione, tale Michele Labellarte, aveva, [MORE]sul punto di morte, ricevuto una visita da parte del Boss SAVERIO PARISI, che in quella sede rivendicava la proprietà di beni immobili (ville di lusso, ettari di terreno, immobili di qualsivoglia genere e società) che per Parisi, erano scomparse dal suo patrimonio, di provenienza –tutta- illecita. La destinazione però di tutto questo “bene” era oramai in fumo. Tempo addietro infatti, quando il passaggio dalla lira all’euro creò problemi di traslazione ai circoli della “Bari-male”, il boss MICHELE STRAMAGLIA decise di sistemare le cose. Unico modo per “smaltire” il peccato e coprire le tracce degli illeciti sarebbe stato trovare un "passante" che riciclasse i proventi. Michele Labellarte era uno che poteva farlo: aveva, per attività principali a suo nome, più gruppi di Società e Imprese e avrebbe potuto, tramite altri prestanome e conti correnti, fare un miscuglio per riciclare denaro sporco.
Come il “Codice Antimafia” recita , oggi ha più rilevanza la pericolosità del bene che non il soggetto che ne dispone. Quindi, morto Labellarte, le Misure di Prevenzione son state applicabili fino ad oggi, senza scadenze né quant’altro. La MAGISTRATURA DI BARI (il tribunale Misure di Prevenzione di Bari per la precisione) assieme al COMANDO PROVINCIALE DELLA GUARDIA DI FINANZA di Bari, di via Vittorio Veneto, con assieme la Scico di Roma e il lavoro della G.I.C.O. (che porta ancora la prima firma del magistrato ANTONIO LAUDATI) hanno così, adesso, lavorato per dare esecuzione al decreto di CONFISCA DI QUEI BENI.
Ora, con l’OPERAZIONE DOMINO (questo il nome dell'operazione messa a punto dal nucleo Polizia tributaria GdiF) le carte si son svelate e il Patrimonio dello Stato, oltre ad aver ripulito le zone d’ombra delle compravendite, risulta per 6 miliardi di vecchie lire, o giù di lì, più ricco.
Anna Ingravallo
In foto, scorcio della Bellissima Bari vecchia, da fonte web http://mmedia.kataweb.it