Cronaca

Groupon e sanità low cost, l'Ordine dei medici di Bologna dice basta

BOLOGNA, 22 NOVEMBRE 2011 - L'Ordine dei medici di Bologna si oppone alla sempre più frequente sanità low cost. Sotto attacco finisce principalmente Groupon, gruppo statunitense nato nel 2008 che dopo essersi inizialmente dedicato al solo mercato di Chicago, in un paio d’anni si è diffuso celermente in tutto il mondo, sino a contare oggi su oltre un milione di utenti registrati. [MORE]

Ed è proprio Groupon il sito web a cui sono ricorsi i 15 dottori bolognesi richiamati dall'Ordine davanti alla Commissione disciplinare, per aver lanciato le proprie offerte sul web. Su Groupon gli internauti possono trovare di tutto, dall’abbonamento in palestra a metà prezzo al lavaggio completo dell’auto a pochi euro, dalla cena per due a poco più di un terzo di quanto pagherebbero normalmente al corso d’inglese a 15 euro, ma sono davvero tantissime le offerte di prestazioni sanitarie a prezzi allettanti, soprattutto in questo periodo di crisi economica, visite odontoiatriche, visite ginecologiche, test di intolleranze alimentari, sino ad arrivare alla chirurgia estetica.

Il presidente dell'Ordine dei medici, Giancarlo Pizza, spiega "Molti medici credono che questa pratica sia lecita, invece così non è. Si può aprire un sito web, ma non si può associare il proprio nome ad altri soggetti, figuriamoci se sono poi commerciali. Groupon non ha alcuna colpa, i medici invece devono stare attenti".

E se la Commissione disciplinare, che questa mattina ha sentito sette dei 15 medici segnalati, per ora si è limitata a un semplice ammonimento, Pizza, avverte che per chi ricadrà nell’errore “l'atteggiamento sarà certamente diverso”.

Continua Pizza ”Groupon può fare ciò che vuole sono i medici che non devono cascarci. L'Ordine deve tutelare i cittadini e la loro salute: non possiamo accettare comportamenti di questo genere”, e per tutti quei medici che magari l’avessero dimenticato ricorda che “il codice deontologico vieta l'apparentamento di un medico, l'associazione del proprio nome a soggetti commerciali”.
 

Sara Marci