Politica

Grillo si reinventa leghista: «L'Italia è un'arlecchinata di lingue e popoli»

ROMA, 8 MARZO 2014 - Un po’ di Bossi, un po’ Borghezio ed un pizzico di inventiva grillina ed il nuovo post per il blog è fatto. Così Beppe Grillo si è reinventato leghista a tal punto da far tremare lo stesso leader del Carroccio, Matteo Salvini, che ha subito rimproverato il comico genovese: «Non vorrei che essendo in difficoltà, Grillo inseguisse la Lega».

Ma la verità è che Grillo non è affatto in difficoltà, semplicemente e come ci ha abituati, ancora una volta cavalca l’onda del pensiero semplice, quello che qualcuno definisce populismo, ma che in realtà è pura fantasia per gli amanti della fantascienza.

«E se domani – scrive Beppe Grillo - quella che ci ostiniamo a chiamare Italia, ci apparisse per quello che è diventata, un'arlecchinata di popoli, di lingue, di tradizioni che non ha più alcuna ragione di stare insieme?»

«E se domani i Veneti, i Friulani, i Triestini, i Siciliani, i Sardi, i Lombardi non sentissero più alcuna necessità di rimanere all'interno di un incubo dove la democrazia è scomparsa, un signore di novant'anni decide le sorti della Nazione e un imbarazzante venditore pentole si atteggia a presidente del Consiglio, massacrata di tasse, di burocrazia che ti spinge a fuggire all'estero o a suicidarti, senza sovranità monetaria, territoriale, fiscale, con le imprese che muoiono come mosche»

Cosa può succedere domani? «E' ormai chiaro che l'Italia non può essere gestita da Roma da partiti autoreferenziali e inconcludenti. Le regioni attuali sono solo fumo negli occhi, poltronifici, uso e abuso di soldi pubblici che sfuggono al controllo del cittadino. Una pura rappresentazione senza significato. Per far funzionare l'Italia è necessario decentralizzare poteri e funzioni a livello di macroregioni, recuperando l'identità di Stati millenari, come la Repubblica di Venezia o il Regno delle due Sicilie».

Basta Italia. È questo quindi il nuovo grido di Beppe Grillo, il leader di ben 160 parlamentari della Repubblica Italiana, una e indivisibile, si scopre secessionista e prova riportare sulla scena politica quello che fu il cavallo di battaglia fallimentare della Lega Nord, ai tempi del celodurismo, destinato a scomparire proprio come chi lo proponeva.

Il sistema Italia, tra burocrazia e politica, è in vero poco funzionate e necessita di modifiche e riforme, ma se lo dividessimo ci ritroveremmo con tante Italiette, tutte marce. Non per fare filosofia, ma qualcuno disse che il tutto è sempre maggiore della somma delle parti e noi italiani lo abbiamo imparato a spese dei nostri nonni. [MORE]

Sergio Sulmielli

foto da: lastampa.it