Politica
Grillo dopo l'incontro al Colle: «È una Caporetto. Se necessario si torni alle urne»
ROMA, 10 LUGLIO 2013 - Stamane, dopo essersi concesso qualche giorno di vacanza, Beppe Grillo ha incontrato, come da lui richiesto nei giorni scorsi, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.[MORE]
Un incontro durato quasi due ore durante il quale il leader del M5S, accompagnato dai capigruppo di Camera e Senato, rispettivamente Riccardo Nuti e Nicola Morra, e a sorpresa anche da Gianroberto Casaleggio, ha ribadito al Capo dello Stato la sua preoccupazione «per la condizione economica, sociale e politica del Paese».
Subito dopo l’incontro al Quirinale, Beppe Grillo si è presentato in conferenza stampa al Senato riferendo così sui contenuti del colloquio: «ho ringraziato Napolitano per la gentile accoglienza e per la sollecitudine. Ho detto al Presidente, faccia qualcosa perché si è preso una responsabilità immane. Gli ho chiesto di tornare alle urne se necessario. Mi sono permesso di dire a Napolitano – ha aggiunto Grillo – che non si fanno riforme così nei momenti di guerra. Gli ho suggerito di andare in tv a reti unificate e dire qual è la situazione del paese, non c’è più tempo. Gli ho chiesto anche di far abrogare la legge elettorale incostituzionale e di sciogliere le Camere».
Poi in riferimento alla situazione politica e al ruolo svolto fino ad oggi dal presidente della Repubblica, il leader del M5S ha affermato: «Napolitano è diventato uno scudo, un parafulmine dei partiti che non sono capaci di fare scelte. Doveva e poteva dire no al secondo mandato». Inoltre, attaccando i parlamentari della maggioranza e Berlusconi coglie l'occasione per difendere i deputati e senatori grillini: «chi oggi è al governo del paese è responsabile dello sfacelo. Sono gli stessi – precisa – che hanno distrutto l’economia. Il governo delle larghe intese è stato voluto fortemente dal capo dello Stato e tutela solo lo status quo e gli interessi di Silvio Berlusconi. Abbiamo degli incapaci – aggiunge Grillo – che vanno a votare leggi che non capiscono e che fanno passare i deputati M5S per gente che non fa nulla quando loro lavorano fino al venerdì e gli altri fino al giovedì sera. Noi nelle candidature abbiamo fatto degli sbagli ma abbiamo inserito persone oneste».
Soffermandosi sulla fase di stallo in cui versa il Parlamento ha affermato senza mezzi termini: «è una Caporetto, il Parlamento è esautorato. Il governo fa i decreti legge, il Parlamento approva a comando. Non siamo più una repubblica parlamentare e forse non siamo più una democrazia. Dobbiamo immaginare un altro Paese che non sia quello di Berlusconi, dell’Imu, dell’Iva. Le tasse si devono spostare dal lavore, dalla produzione, a chi consuma energia ambientale»
E sulla grave situazione economica Grillo non si esime dall’indicare le cause: «il debito pubblico ci sta divorando. Paghiamo 100 miliardi di euro l’anno di interessi. Solo quest’anno per non fallire dovremo vendere 400mld di titoli. Né Berlusconi, né Monti, né Letta sono riusciti a frenare il debito. Gli interessi sul debito – ha spiegato il leader grillino – la diminuzione delle entrate fiscali causate dal fallimento di massa delle imprese, alla disoccupazione e al crollo dei consumi rappresentano la certezza del prossimo default. Non c’è scelta il debito pubblico va ristrutturato».
Immancabile, infine, durante la conferenza stampa il solito attacco alla stampa: «dovreste vergognarvi perché parte dello sfacelo è colpa vostra. Se siamo un Paese semilibero è anche colpa della vostra informazione». E rincara la dose, con nefaste previsioni: «Uno dei problemi maggiori dell’Italia è la stampa. La Rai. Siete complici del sistema, ma siete i primi precari che pagherete questa situazione perché i vostri giornale e le vostre tv chiuderanno».
(Immagine da agi.it)
Giovanni Maria Elia