Politica
Grillo ai dissidenti del M5S: «Con me o via dal Movimento»
GENOVA, 11 DICEMBRE 2012 - «Fuori dalle palle» è il ruggito di Grillo. Sul suo blog il leader del Movimento 5 Stelle si scaglia questa volta non contro gli avversari politici o il sistema partitico, ma contro i dissidenti interni, specialmente coloro che hanno accusato il comico, insieme a Casaleggio, di avere metodi poco democratici.
L’immagine di Grillo dittatore era stata in parte rafforzata dallo svolgimento delle parlamentarie, le elezioni on line che hanno deciso i candidati al parlamento del M5S. Ancora una volta, il comico genovese si è battuto per la macchina elettorale telematica del Movimento: «Tre cose fondamentali abbiamo fatto con queste votazioni. Una è che abbiamo dato un voto libero e da questo voto libero è nata una cosa che voglio sottolineare: il voto alle donne. Se il voto fosse sempre stato libero, in Parlamento oggi avremmo molte più donne che uomini. La seconda cosa è il permettere di conoscere i candidati, che forse andranno in Parlamento, 3 mesi prima in modo che tu puoi andare lì, discutere, conoscerli, votarli o non votarli. Consigliarli o maledirli. E la terza cosa è che non abbiamo speso un euro. Tutto a costo zero».[MORE]
A proposito della scelta dei rappresentanti, il principale motivo delle accuse di dirigismo, Grillo risponde indicando le modalità di scelta con cui gli altri partiti designano i propri candidati: «Chi ha deciso di quella gente lì? Ve lo dico io: 5 segretari di partito». E nel caso le proteste continuassero, il leader genovese indica la strada ad i dissidenti: quella della porta: «Se c'è qualcuno che reputa che io non sia democratico, che Casaleggio si tenga i soldi, che io sia disonesto, allora prende e se ne va dal MoVimento».
L’aut aut di Grillo è la risposta all’iniziativa del gruppo “Solo 5 Stelle”, che insieme ad attivisti di tutto il paese ha avviato su Facebook un censimento on line degli elettori delle parlamentarie, ottenuto calcolando i voti totali registrati in ciascuna circoscrizione e dividendoli per tre, perché tre erano le preferenze per il votante. Secondo i calcoli, il numero dei votanti non dovrebbe superare i 25mila.
(foto: blog.ilgiornale.it)
Giovanni Gaeta