Greenpeace, appello del direttore a Putin
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Greenpeace, appello del direttore a Putin

mercoledì 9 ottobre, 2013

AMSTERDAM, 9 OTTOBRE 2013 - Kumi Naidoo, direttore esecutivo di Greenpeace International, si è rivolto oggi a Valdimir Putin, nella speranza di ottenere al più presto un incontro per discutere della detenzione degli attivisti incarcerati ormai due settimane fa. L'appello di Naidoo arriva anche a seguito di una mobilitazione internazionale.[MORE]

Kumi Naidoo chiede di incontrare quanto prima Putin in territorio russo, per ribadire formalmente la sua richiesta di scarcerazione dei 28 attivisti della nave Arctic Sunrise e dei due giornalisti freelance che ora si trovano in carcere a Mosca. La lettera del direttore di Greenpeace è stata recapitata all'ambascita russa all'Aja.

All'interno della missiva, Naidoo dichiara: "Sono disponibile a trasferirmi in Russia per tutta la durata di questa vicenda. Vorrei offrire me stesso come garante della buona condotta degli attivisti di Greenpeace se verranno rilasciati sotto cauzione". Aggiunge, inoltre: "Loro, noi, Greenpeace, non pensiamo di essere al di fuori della legge. Siamo disposti ad affrontare le conseguenze delle nostre azioni, fintanto che queste conseguenze siano inserite nel codice penale di una nazione".

Dal canto suo, Putin era sembrato disponibile al dialogo già nell'intervento fatto presso la conferenza dell’International Arctic Forum a Salekhard. In questa occasione aveva infatti affermato: "Sarebbe stato molto meglio se i rappresentanti di questa organizzazione fossero stati presenti in questa sala e avessero espresso la loro opinione sulle questioni su cui stiamo discutendo, avessero posto le loro proteste e richieste, e avessero manifestato le loro preoccupazioni, che nessuno avrebbe ignorato".

Nel frattempo, gli investigatori russi che hanno ispezionato l'Arctic Sunrise, rompighiaccio usato da Greenpeace durante la protesta contro Gazprom che li ha portati all'arresto, dichiarano di aver trovato morfina e semi di papavero da oppio sulIa nave. Inoltre, tra i reati contestati agli attivisti, oltre alla pirateria, potrebbero esserci anche quelli di attentato alla vita e alla salute delle guardie di frontiera.

Valentina Vitali

 (Foto: top.rbc.ru)

 


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