Greenpeace: prorogata di tre mesi la detenzione degli Arctic30
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Greenpeace: prorogata di tre mesi la detenzione degli Arctic30

venerdì 15 novembre, 2013

MOSCA, 15 NOVEMBRE 2013 - Continua l'ingiusta detenzione degli Arctic 30 nelle carceri di San Pietroburgo. Ma, contrariamente a quanto si sperava, non sono stati trasferiti per essere liberati in fretta. Cadono oggi tutte le speranze di fronte alle dichiarazioni del Comitato investigativo russo, il quale ha deciso di prorogare di tre mesi la detenzione. [MORE]

Le richieste formali saranno presentate davanti ai giudici a partire dalla prossima settimana. I legali di Greenpeace sono stati informati del fatto che il Comitato Investigativo sta chiedendo di mantenere i detenuti in carcere per altri tre mesi mentre si concludono le indagini sui loro presunti reati.

il Direttore Esecutivo di Greenpeace International, Kumi Naidoo, venuto a conoscenza di una probabile estenzione della detenzione degli attivisti, ha subito affermato: «Abbiamo il cuore pesante per i nostri amici e colleghi in carcere e per le loro famiglie. Faremo tutto il possibile per resistere a questo tentativo assurdo di tenerli in prigione per un crimine che non hanno commesso. Se la richiesta dovesse essere accolta, ricorreremo in appello non appena sarà possibile. Questa è una farsa, uno scandalo e una presa in giro della giustizia. Gli Arctic30 devono tornare a casa.»

Il Cremlino ha imbavagliato la libertà, ammanettato la pace e gettato ogni possibilità di loro esistenza in una prigione, lasciandoli per giunta in balia di un tempo indefinito. «Le autorità russe hanno avuto due mesi per investigare su un reato immaginario, per il quale i cosiddetti “colpevoli” hanno inviato un comunicato stampa spiegando esattamente quello che avrebbero fatto e hanno diffuso un video che mostra quello che è successo. Su che basi le autorità hanno bisogno di altri tre mesi per le indagini? È chiaro che non si tratta di una vera indagine. Queste persone sono in carcere non per quello che hanno fatto, ma per aver esposto i pericoli delle trivellazioni nell’Artico» Ha infine concluso Kumi Naidoo.

(Immagine da twitter.com)

Rossella Assanti

 


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