Economia
Grecia, la vigilia del referendum: 25 mila in piazza per il "no"
ATENE, 4 LUGLIO 2015 – A meno di 24 ore dal giorno che segnerà il destino della Grecia, Tsipras guida una manifestazione per il “no” alla firma dell’accordo con i creditori. Accolto in piazza Syntagma da una folla adorante di circa 25 mila persone, il premier ha ribadito i termini della posta in gioco: “Domenica non decidiamo semplicemente di stare in Europa, decidiamo di stare in Europa con dignità”. E ha aggiunto: “Oggi è la festa della democrazia, che ritorna in Europa. Tutti gli occhi dell’Europa sono sul popolo greco”.
Nel frattempo, in un’altra zona della capitale ellenica, nei pressi dello stadio Panathenian, è la manifestazione per il “sì” ad essere portata avanti. Secondo alcune fonti ancora non confermate, i partecipanti sarebbero circa 17 mila. [MORE]
Momenti di tensione
Qualche momento di tensione si è verificato quando un gruppo di 300 persone, con il volto coperto da un passamontagna nero, ha cercato di forzare un cordone dei poliziotti a guardia di piazza Syntagma. Lo scontro, che non ha registrato particolari situazioni critiche, si è concluso con l’allontanamento del gruppo. Secondo le autorità, è probabile che i manifestanti incappucciati fossero diretti nel campo opposto, quello del “sì”.
Il dibattito
Nei giorni scorsi, la discussione intorno al referendum ha visto Tsipras convinto che il rifiuto degli accordi con i creditori non significhi affatto che la Grecia sarà automaticamente costretta a uscire fuori dall’Ue. Al contrario, secondo il premier, il “no” dovrebbe dare al popolo greco maggiore forza durante le trattative. Per Tsipras e il ministro dell’economia Varoufakis, sono almeno due le condizioni necessarie affinché Atene sigli gli accordi: una riduzione del debito del 30% e un periodo di garanzia di vent’anni. I due hanno anche assicurato che la ricerca di un accordo riprenderà anche dopo l'eventuale vittoria dei "no" e in tempi molto brevi.
Ma, al tavolo delle trattative, non tutti sono così fiduciosi: Jean Claude Juncker, Presidente della Commissione Europea, è apparso molto dubbioso sulla possibilità che, in caso di vittoria del “no”, la Grecia possa restare nell’eurozona. Dello stesso avviso è Wolfgang Schaeuble, il ministro delle finanze tedesco che, in queste ore, ha messo in discussione persino gli aiuti: nel caso in cui l’accordo dovesse saltare, “ci vorrà tempo” per rimediare a una situazione che “è notevolmente peggiorata”.
(foto:polisblog.com)
Sara Svolacchia