Economia
Grecia, il Parlamento dice sì al referendum per il prossimo 5 luglio
ATENE, 28 GIUGNO 2015 – Con 178 voti a favore e 120 contrari, il Parlamento greco ha accolto la proposta del premier Alexis Tsipras di un referendum che lasci al popolo la scelta di approvare o meno le proposte dei creditori. A spiegare le motivazioni che hanno portato a questa scelta è il ministro delle finanze Varoufakis, che ha dichiarato: “Non potevamo accettare la proposta ma non potevamo respingerla semplicemente, data l'importanza della questione per il futuro della Grecia. Per questa ragione abbiamo deciso di rivolgerci ai nostri cittadini per dare a loro la scelta”.
“Il referendum di domenica prossima ci sarà, che lo vogliano o meno i nostri partner”, ha dichiarato Tsipras nella notte: la posizione del premier, naturalmente, è quella di respingere gli accordi dei creditori, giudicati come “un insulto” che porterebbe alla “morte lenta del Paese”.
Fortemente contrariato da questa risoluzione è apparso l’ex presidente ellenico, Antonis Samaras, che ha giudicato la scelta di ricorrere al referendum come il sintomo di “un fallimento” di Tsipras. Secondo quanto dichiarato all’agenzia stampa greca Ana, Samaras sarebbe convinto che l’attuale premier stia chiedendo ai greci di appoggiare la definitiva uscita della Grecia dall’Ue: “Noi greci vogliamo rimanere fermamente nel cuore dell'Europa, il referendum ci trascina fuori dall'Europa”, ha spiegato Samaras. [MORE]
Meno critico è invece il primo ministro francese Manuel Valls, che ha sottolineato come la scelta di lasciar decidere i greci sia del tutto comprensibile: “Il referendum è una scelta sovrana. Non si può criticare la scelta di consultare il popolo da parte di un governo ma i greci devono scegliere lucidamente”. Il rischio, ancora una volta, è che il tanto discusso grexit possa realmente avere luogo.
Eppure, secondo quanto emerge dai primi sondaggi, i greci non avrebbero la stessa sicurezza di Tsipras nel respingere le proposte dei creditori: i sì sono accreditati del 57% dei consensi, contro il 29% di no, mentre il resto rappresenta coloro che sono ancora indecisi. Si tratterebbe, in ogni caso, di una maggioranza assoluta disposta ad accettare compromessi restrittivi in cambio di aiuti economici.
Intanto, la Bce decide, ancora una volta, di non togliere alla Grecia i fondi di emergenza (Ela) nonostante l'evidente rottura dei rapporti tra Tsipras e i creditori. Tuttavia, la Banca si dice pronta a rivedere la sua posizione qualora la situazione di Atene prevedesse una necessaria inversione di rotta. Una riunione straordinaria è prevista già per lunedì mattina ma, intanto, da Francoforte ribadiscono che la decisione di procedere con il grexit non è di competenza economica ma politica. Il direttore della Banca centrale greca, Yannis Stournaras, ha invece dichiarato che il suo istituto "come membro dell'Eurosistema, prenderà tutte le misure necessarie ad assicurare la stabilità finanziaria per i cittadini greci in queste circostanze difficili".
(foto:controlacrisi.org)
Sara Svolacchia